RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
L’ARTE DI ESSER FELICI 525 da alcuni anni a questa parte? Insulse e sguajate operette, miserabili buffonate, melodrammi la cui mostruosa inverosimi glianza è una ingiuria al più semplice buon senso. Ah ! no davvero, che tutto ciò non vale il cantuccio del foco lare, l’intimo chiacchierio, la buona lettura fatta in famiglia nella dolce atmosfera di una camera ben riparata, mentre al di fuori la pioggia diacciata sferza le invetriate ed i passeggieri in ri tardo si inzaccherano per la strada aprendosi un varco tra l’in gombro delle carrozze. Distrazioni e feste di famiglia. — « Altri tempi, altre cure », suona un buon vecchio adagio, e nondimeno, malgrado le profonde modificazioni che il cammino del tempo introduce negli usi di un popolo, vi sono certe tradizioni che resistono a quell’opera demo litrice e non si perdono, molte consuetudini che il progresso non solo lascia sussistere, ma talfiata si piace di rimettere alla moda. Tale è l’antica e cara consuetudine delle festicciuole di fami glia, di quelle intime e cordiali esultanze che ogni anno si celebrano nella ricorrenza dell’onomastico di un parente o di un amico, del- Panniversario di una nascita, di un matrimonio o di qualsiasi altro fausto avvenimento, e più di frequente ancora di qualche grande festa religiosa o . civile. Sì, sarebbe veramente da rammaricarsene se la costumanza di codeste tregue intermittenti alle fatiche ed alle cure quotidiane andasse perduta. Infatti l’intima festicciuola oltre all’essere un derivativo indi spensabile a tutti i fastidi dell’esistenza, è necessaria per stringere viemaggiormente i legami di famiglia, per calmare rancori ed odii, per ravvivare affezioni spente od illanguidite. Un abbraccio sincero e cordiale cancella in un baleno le amare rimembranze delle escandescenze e degli alterchi passati; al tocco dei bicchieri si squagliano come neve al sole i malvagi propositi, le gelosie, le invidie, le cupe animosità!
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