RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
526 I BISOGNI DELLA VITA D’altra parte fra tutti i pretesti per creare una festicciuola, ce n’è uno che i ragazzi di tutte le case considerano come un dovere: l’onomastico o il genetliaco degli avi, giorno che questi in generale attendono' con non minore impazienza dei- nipotini. Oh con quanta gioja, con quanta tenerezza, quei buoni vecchi accolgono in quella giornata gli augurii, ed i piccoli presenti dei Agli dei loro figli, che festosi, giubilanti si gettano coll’incante vole grazia infantile nelle loro braccia a chiedere un bacio in cambio del loro affetto! Nell’ordine attuale delle nostre istituzioni e delle nostre abitu dini, le occasioni di riunirsi e di divertirsi in famiglia, di richia mare gli assenti, di riannodare le amicizie discioltesi, di metter un termine ai malintesi ed ai dissapori non si presentano mai nè in maggior numero, nè in migliori condizioni, come negli ultimi giorni dell’anno. Natala. — Natale, la gaja festa di Natale, sì patriarcale e sì popolare, col prestigio delle sue rustiche leggende incomincia mirabilmente codesta serie di giorni di tregua, di riconciliazione e di piaceri. Oggidì la festa del Natale si celebra da tutti i popoli della vecchia Europa, e come se-per davvero facesse parte anch’essa della famiglia, la gran madre Natura, ancora e sempre viva, ad onta del freddo lenzuolo di cui si ammanta, in tutte le famiglie viene a giusta ragione associata a quelle gioje, a quelle intime esultanze. Quivi, i bimbi ed i fanciulli saltano e ballano intorno ad un verde pino non ha guari tagliato nella vicina foresta ed ora tutto carico di lumicini, di giuocattoli, di dolci, tutto inghirlandato di nastri dai smaglianti colori. Laggiù, alla mensa dell’avo, circondato da volti venerabili o giulivi, da bionde testoline d i‘rosei angioletti, un vigoroso ramo di agrifoglio stende su piramidi di paste dolci e sulle fumanti
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