RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

528 I BISOGNI DELLA VITA Il primo giorno dell’anno. — Augurii e strenne. — Da lungo tempo si son dette, scritte e ripetute moltissime cose sull’utilità, sui vantaggi, sulle seccature e le noje delle feste del primo giorno dell’anno. Che penoso tributo è mai quello delle strenne! Che nojosa fatica quello scambio di cortesie, di visite, di augurii reciproci, di pezzettini di cartoncino incombenzati di informare chiunque li riceva che il tale dei tali esiste, ed invia a’suoi dilettissimi amici e preziosi conoscenti, i suoi più caldi voti di prosperità per l’anno che sorge, uniti a’suoi più distinti saluti ed ossequi. Malgrado tutte le proteste e tutte le lagnanze, codeste usanze tuttavia sussistono, e siccome ebbero origine nell’epoca ultra remotissima in cui formaronsi le prime relazioni sociali, è per­ messo di credere che dureranno quanto durerà la società stessa, ciò che vuol dire per molti secoli ancora. Se v’ha un gran numero di persone che si sentono veramente vessate di dover regalare delle strenne, da un’altra parte ce ne sono per lo meno altrettante che son ben felici di riceverne: donne, fanciulli, commessi, domestici, portinai appartengono a quest’ul­ tima categoria, interessatissima, come ben si comprende, a far di tutto perchè una sì bella usanza non si vada perdendo. Per la medesima ragione che si daranno sempre le strenne, si continuerà pure il primo dell’anno ad inviarsi augurii più o meno sinceri, felicitazioni più o meno sentite, e gli inge­ gnosi bigliettini che senza perdita di tempo nè spreco di parole esprimono tutte quelle belle cose, seguiteranno parimenti ad andar in giro, a meno che un bel giorno non vengano surrogati da qualche altro segno di convenzione più vantaggioso. Convien dunque metter l’animo in pace ed accettare il capo- d’anno tal quale lo hanno fatto le abitudini, piegarsi senza mor­ morare dinanzi alle sue esigenze, ed adempiere agli obblighi ed ai doveri che esso impone colla massima possibile amabilità.