RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

L’ARTE DI ESSER FELICI 535 E da tutte le parti si.fa ritorno, mischiando ai bei progetti per la stagione che si apre, i più ridenti ricordi della stagione passata. „ Si parlerà spesso in inverno delle lunghe passeggiate sulla spiaggia, dell’ urto furioso del mare sulle scogliere, della diver­ tente pesca del gambero a bassa marea. Il malaticcio, rimesso in salute, conterà tutti i bicchieri d’acqua bevuti, tutti i bagni presi, tutte le immersioni nella piscina dello stabilimento termale in cui ha portato la sua dispepsia e i suoi reumatismi. Il turista entusiasmato dirà delle sue escursioni nelle montagne, delle sue ascensioni alpine, delle sue marcie ardite sui campi di neve e sui ghiacciai. In questa diversione di alcune settimane, alla snervante mono­ tonia, al faticoso lavoro della vita abituale, ognuno più o meno avrà attinte nuove forze, coraggio e salute. Soltanto le ricche famiglie dell’alta aristocrazia si fanno un dovere di restare fino a mezzo inverno nel vecchio castello avito. Per quanto il maniero sia feudale e il sito dov’è posto sia pittoresco e superbo, la noja non mancherebbe certamente di penetrarvi in quelle brumose giornate autunnali in cui la pioggia batte i vetri ed il vento selvaggio fa stridere le banderuole sui tetti; ma le amabili castellane sanno così bene distrarsi e divertirsi ! Yi può essere posto nell’esistenza per un minuto di noja quando si è contesse o marchese eleganti e belle e che si sa abilmente lanciare di sopra ai merli della torre, in cui l’etichetta vi tien chiuse, i graziosi inviti, i bigliettini, le amabili preghiere? Così in tutte le stagioni, senza dilazione nè tregua, gli amici affluiscono al castello. Nelle belle giornate si caccia e si cavalca, si corre attraverso i boschi un rallye-paper, a meno che non si giuochi nel parco al laion-tenis sotto i grandi alberi.

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