RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

536 I BISOGNI DELLA VITA Se .il rigore del tempo impedisce di uscire, si fa della musica, si balla, si giuoca nei saloni, a meno che non si cospiri contro il governo; si mette in iscena un proverbio, si ripete la commedia in cui il viscontino sarà delizioso, la baronessina ideale ! Evidentemente è possibile divertirsi in queste condizioni. Per altro, gli uomini tanto fortunati da possedere qualche centinajo di mila lire di rendita, un gran castello, una castellana amabile e amici compiacenti, sono pochi. Inviti e ricevimenti. — L’andare a trovare gente non è mica sempre una ricreazione od un riposo propriamente detto, eppure quante persone non saprebbero astenersi di ricevere e restituir visite, di dare pranzi, balli e feste, per essere alla lor volta in­ vitati in altre case o per intrattenersi e creare utili relazioni? Si ha un bel riconoscere e vantare le incomparabili dolcezze della casa, le gioje della vita intima e ripetere il famoso ritornello: « dove c’è soggezione non c’è divertimento », ma qualche volta si è forzati a togliersi dalle proprie abitudini e benché si pre­ ferisca il mondo del piacere, è necessario mostrarsi ogni tanto anche nel mondo della noja. È un fatto che a. Parigi stesso, dove le riunioni Sono sempre tanto brillanti, si fanno oggi meno ricevimenti di una volta. Lo sfarzo che le padrone di casa si credono obbligate a spie­ gare, rendendo più costosi i loro ricevimenti, li ha resi anche più ra r i; e certi saloni, che soltanto pochi anni fa non si chiu­ devano mai dal principiò alla fine dell’inverno, adesso si aprono a mala pena due o tre volte in carnevale. I piaceri del carnevale. — Il carnevale! ogni anno appare questo fantasma e noi non siamo più allegri per questo.. Che decadimento e che prostrazione nel breve spazio di un mezzo secolo! • Bisogna convenire che il carattere dei popoli cambia coll’età come quello delle persone, poiché quei giorni di festa in cui i

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