RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

L ’ARTE DI ESSER FELICI 539 in varii amici intorno ad una tavola delicatamente servita, di dove sopratutto si bandisce la soggezione e l’ imbarazzo, dove i motti si incrociano coi buoni vini ed il sonoro riso delle giovani signore accompagna il rumore argentino dei bicchieri; dove il potente aroma delle vivande si combina coi profumi più soavi dei canestri di fiori e frutta! Non bisogna però trovarsi in troppa numerosa compagnia, perchè la conversazione possa restare generale e nessuno sia imbarazzato dalla presenza di persone sconosciute. Otto, dieci, dodici, quattordici commensali al più — vi sono ancora tanti che non vogliono trovarsi in tredici! — è quel che basta perchè il discorso si animi, e lo spirito sfugga liberamente in un coro di risa rumorose, e perchè senza frasi solenni si possa sinceramente bere alle frutta e, senza offuscare nessuno, ripetere anche una di quelle frasi maliziose, o di quelle allegre canzoni che diletta­ vano i nostri padri. Serate danzanti. — Ma se i pranzi di amici hanno un’attrat­ tiva speciale per gli uomini, per le signore è forse più gradito un invito ad un ballo, o ad una festa in costume, il che non manca di succedere frequentemente tutto l’ inverno tra la ricca borghesia e nell’alta società. Da troppo tempo i nostri giovani, invecchiati prematuramente dagli studii universitari, si rifiutano a fare saltare le piccole col­ legiali nei saloni. Ma le polche ed i valzer in voga, le quadriglie d’operetta, freneticamente tempestate sui pianoforti rumorosi, eser­ citano una tale impressione sui nervi troppo sensibili delle'gio­ vani parigine, scuotono a tal segno il loro sistema sensitivo, che c’è veramente qualche inumanità nel non fornire a quelle povere nevrotiche tutti i mezzi di stancare mortalmente in una agita­ zione, in uno scuotimento e saltellamento continuo le loro gambe infaticabili ! Una giovinetta che non balla e che non si fa ballare, crede

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