RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

L’ARTE DI ESSER FELICI 541 spettatori applaudiscano, bisogna anche che siano soddisfatti tanto da non rimpiangere i loro battimani. Al giorno d’oggi, non è più che per eccezione, e nella società dove si ama ridere, che si fanno ancora i giuochi così detti in­ nocenti. È difficile infatti subire, senza commuoversi più che non convenga, le troppo amabili penitenze che questi divertimenti hanno per iscopo, e raramente le giovanette prendono parte a questi piacevoli trastulli senza correre qualche pericolo. Ma non è ancora più pericoloso, per il fisico non meno che per il morale, il riunirsi come fanno ora le persone della miglior società, per rivaleggiare in un circo coi cavallerizzi e coi clonws? Giacché ecco dove sono venuti i ricchi scioperati del nostro tempo, certo in conseguenza di una strana combinazione della loro passione per l’esercizio dello sport collo sfrenato bisogno di di comparire, l’insaziabile desiderio di farsi notare. Noi abbiamo ai dì nostri baroni di buona lega che fanno il bello danzando sulla corda tesa; contesse autentiche e marchese che fanno con per­ fezione il volteggio a cavallo. Senza dubbio, le nostre belle mon­ dane si espongono così, fisicamente, a cadute ben altrimenti pe­ ricolose sull’arena del circo che sui molli tappeti delle loro sale. Resta a sapere se il bacio alla religiosa faccia correre alla loro virtù un maggior rischio che la capriola in sottana di garza attraverso i cerchi di carta. FALS I PIACERI E CATTIVE SOCIETÀ. Vi sono persone che quando hanno finita la loro giornata non provano nessun piacere a calzare le pantofole per passare la loro serata in famiglia od in un canto del fuoco. Ve ne sono molte altre che non amano la gente, sopratutto per la sogge­ zione che impone, e che non volendo accettare le convenzioni

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