RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

542 I BISOGNI DELLA VITA nè gli usi delle riunioni, preferiscono andare a distrarsi altrove in tutta libertà. Ciascuno si diverte secondo i suoi gusti e come crede; è suo diritto, e nessuno potrebbe biasimarlo, il più reale piacere essendo ancora quello che si prova quando unito a tutti i propri comodi. Ma per questi uomini indipendenti, all’infuori dei caffè e dei cir­ coli, son rari i luoghi dove possano debitamente distrarsi, e in questi centri stessi, anche i meglio frequentati, un’incurante tra­ scuratezza riduce presto le persone più ragionevoli a contrarre abitudini nocive tanto allo spirito, quanto alla salute. li tabacco ed il fumare. — Di tutti i falsi bisogni che pos­ sono svilupparsi, uno dei primi a nascere è in generale quello generato dal piacere puramente fittizio che si prova a fumare tabacco. È così precoce nelle nostre città, che i monelli e gli sco­ lari, più ancora per vanto che per gusto, si fanno un obbligo di riuscire a fumare senza imbarazzo nè indisposizione, come gli uomini fatti. Non è certo un piacevole tirocinio quello della pipa o del -sigaro, poiché l’assorbimento, anche in dose minima, della nico­ tina contenuta nel fumo del tabacco arreca vertigini, mali di testa, vomiti e tutti i sintomi d’ un avvelenamento al suo prin­ cipio. Senza dubbio, coll’ abitudine, questi accidenti cessano presto di manifestarsi ; ma se non si tradiscono più con questi feno­ meni apparenti, l’ avvelenamento non prosegue meno per questo in modo latente. Le parti irritanti del tabacco provocano allora un’ abbondante salivazione, chiazze rosse e punture alla gola e nel tempo stesso un intorpidimento del sistema nervoso. Raramente, infatti, dopo l’ inspirazione delle prime buffate, il fumatore evita una sorta di sovreccitazione cerebrale anche momentanea. Lo stordimento dell’ intelligenza non tarda a se­ guire, quando compajono queste prime manifestazioni; §d il ta­ bacco non paralizza solo col tempo gli sforzi della mente, ma

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