RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
L ’ARTE DI ESSER FELICI 543 assopisce altresì lo spirito e favorisce l’inclinazione alla pi grizia. Havvi inoltre un inconveniente più disgustoso di quello che risulta dalla manipolazione abituale del tabacco ? Per quanta cura si prenda della sua persona, il fumatore porta seco e spande dappertutto un odore detestabile. I suoi diti ingialliti, i suoi denti anneriti, la sua biancheria, i suoi panni, come il suo alito, esalano il nauseabondo sentore della droga che si compiace di consumare. In casa sua, come sulla sua persona, tutto è impestato. Coll’odorato e col gusto pervertito, il fumatore solo non sente o non vuole sentire le emanazioni del tabacco. Vinto tutti i momenti dall’imperioso bi sogno eh’ egli si è creato, non può più disfarsene, e se questa cattiva abitudine gli procura qualche diletto, non cessa però meno d’infastidire spesso le persone che n<jja vi partecipano niente affatto. Ubriachezza e libertinaggio. — Dove si fuma si beve, è ine vitabile, e si potrebbe muovere rimprovero alle bettole, ai caffè, alle birrerie, alle taverne, di creare intemperanti e ubbriachi più ancora che incorreggibili fumatori. Ora l’abuso delle bevande è ben più nocivo ancora dell’abuso del tabacco, e non è più facile ri nunciare all’uno che all’ altro. « Chi ha bevuto beverà », dice con ragione il proverbio, e sgraziatamente l’uomo, dal momento che beve, non è più atto a far altro. Inutile, incapace di lavorare quanto di reagire contro la funesta passione, a poco a poco si degrada e s’ abbrutisce fino a cadere nella più abbietta ubbriachezza, prodromo abituale della follìa alcoolica. E non è, come si ama credere, il solo operajo che, forse troppo assiduo frequentatore del vinajo, si lasci andare a tali deplorevoli abitudini. Tutti i bevitori non s’inebriano solo alla bettola. Yi sono persone della miglior società che vengono rac
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