RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

544 I BISOGNI DELLA VITA colte tutte le sere sotto le tavole dei più rinomati alberghi. Nei saloni di taluni circoli e nelle sale dei 'più sontuosi caffè, ven­ gono a sedersi ogni giorno garbati signori che regolarmente si ubbriacano e si alcoolizzano. Mentre il popolano impiega a stordirsi cattivo vin bianco o grosso vino nero, acquavite fatturata, e misture di altre bevande incendiarie, l’uomo di mondo s’ attossica, con più distinzione, di assenzio, di chartreuse, di sciampagna Ano, dei vini famosi sta­ nati dal cantuccio segreto, che non cessano per questo di con­ durre con sicurezza al delirium tremens, alla demenza Anale. Nemmeno i tranquilli bevitori di birra, i sedicenti saggi consu­ matori di bitter e d’altri amari creduti aperitivi e igienici possono schivare gli accidenti gastralgici e cerebrali provenienti fatal­ mente dall’abuso delle bevande fermentate. Secondo il grado sociale al quale appartiene, 1’ ubbriaco, fin tanto che si mantiene in piedi, sragiona, parla e si contiene in un modo tutto diverso. Più grossolano ne’ suoi costumi, l’operajo è ora d’ una gajezza grottesca, ora d’una brutalità feroce: grida, si smania per ogni cosa, strapazza, batte e ingiuria i suoi figli e la moglie, frantuma e rompe tutto quanto ha in casa, insulta e bistratta le persone che tentano redarguirlo. Sempre distinto, anche ne’ vizii* l’uomo di mondo in generale si nasconde, allorché sente venirsi meno la ragione e le gambe piegarglisi. Nel suo disordine e nel suo traviamento una vergogna gli rimane. Egli arrossirebbe d’esser visto da’ suoi, nello stato di ubriachezza; così, quando non può soddisfare a porte chiuse la sua vile passione, fatalmente finisce per gettarsi nel triste mondo dei bagordi e delle cortigiane. Ed allora è finita per questo sventurato, qualunque sieno le sue forze e le risorse. La rovina della sua fortuna non avviene meno rapidamente di quella del suo corpo. Pochi giorni d’abbru­ timento e qualche notte di stravizio affievoliranno la salute come