RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

L’ARTE DI ESSER FELICI 547 Non è nemmeno più per divertirsi o per ammazzare il tempo che oggi si giuoca. Ciò che si sogna, ciò che si vuole è acciuffare la fortuna con una canta o un dado, mentre è così diffìcile e così lungo l’acquistarla col solo sforzo dell’intelligenza e del lavoro! A dispetto di tutti i pericoli che si temono e che si suppon­ gono, non si esita per questo di frequentare i circoli e i club, la maggior parte dei quali decorati, del resto, di nobili insegne, tutelati e presieduti da uomini reputati onorabili, sembrano offrire la maggior sicurezza ai giuocatori. Ma l’etichetta, qui come al­ trove, è ingannatrice ; e questo presidente così rispettabile, questi membri illustri d’un comitato così bene composto, intascano tutti i lauti dividendi, per coprire la bisca che proteggono col pre­ stigio del loro nome! Non bisogna essere che illusi, o trascinati da una passione che si approssima alla demenza, per andare ogni notte in queste bolgie a sciupare in un sol colpo il proprio denaro, il cuore, lo spirito, il tempo, e le speranze, non tanto al cieco azzardo che talvolta potrebbe essere favorevole, quanto alle abominevoli manovre di abili mariuoli, di ladri incogniti che si salutano a bassa voce quando entrano, ed ai quali si stringe affettuosamente la mano allorché se ne vanno!... Evidentemente, costoro, quando riescono a non esser sma­ scherati e a non tradirsi, non tardano a fare al giuoco quelle scandalose fortune che danno a molti bravi giovanotti l’idea d’ar­ ricchirsi con tal semplice maniera. Sono tentatori, infatti, questi singolari colpi di fortuna, che dall’oggi al domani trasformano i quattro soldi che si possede­ vano in cinquanta mila lire di rendita! La disgrazia è che i bravi giovani che fanno -tali ragiona­ menti, sono quasi sempre gli involontari agenti della fortuna altrui, e vanno tanto più rapidi alla miseria, alla disperazione, al suicidio, quanto più i loro fortunati soci s’avvicinano al milione!

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