RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
562 I BISOGNI DELLA VITA Essenzialmente pratica, la marcia merita in special modo di es sere raccomandata, perchè, oltre i suoi effetti meccanici sopra tutte le funzioni dell’organismo, esercita, se però non la si spinge fino ad essere una fatica, una influenza salutare sullo spirito. Ma per eseguir la marcia correttamente e quindi con utilità bi sogna prima, come si può credere, impararla; il bambino, incapace di servirsi delle gambe, è, per esempio, incapace tanto di cammi nare che di stare in piedi. La facilità della marcia differisce inoltre considerevolmente secondo la natura e la disposizione del terreno. In pianura si può camminare a lungo e senza sforzo, per poco che il terreno sia sodo e resistente, senza essere troppo duro, e libero da osta coli. In queste condizioni un uomo di media statura può agevolmente fare cento passi al minuto, ossia quattro chilometri all’ora; avanzan dosi sessantacinque metri al minuto, e senza alcun pregiudizio per la sua salute, può mantenersi in questa andatura otto ore per giorno. Ben differente è il caso quando si tratta di salire o di scendere, poiché nel primo caso bisogna fare energici sforzi per inchi nare il tronco avanti, e nel secondo caso per trattenerlo in dietro. Colla pratica e coll’esercizio un uomo si abitua ben presto a camminare lungo tempo sufle strade più difficili. La marcia al passo ginnastico, sopratutto quando è eseguita metodicamente, permette di compiere veri prodigi, e inoltre offre il grande van taggio di sviluppare il torace, di aerare e dilatare i polmoni, ed
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