RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

566 I BISOGNI DELLA VITA ■ I e tal altra mancino, cosa che sarebbe per giunta molto van­ taggiosa. La scherma, un tempo schiava di regole troppo rigorose, è divenuta da qualche anno, come tutte le arti, più facile ed ha superato a poco a poco tutte le vecchie convenzioni. In luogo d’attenersi al contegno irreprensibile, oggigiorno non si procura altro che di toccare il proprio avversario, e tutti i principii, tutti i mezzi sono ritenuti validi, purché si pervenga alla mèta. Però anche negli attacchi senza metodo il tiratore da lungo tempo esercitato gode sempre di un’incontrastabile superiorità; non si lascia mai sorprendere nè intimidire, e la sua presenza di spi­ rito, unita alla sua destrezza, gli dà il sopravento, tanto che può ad ogni istante approfittare dei numerosi errori del suo nemico. Istrumenti di scherma. — L’istrumento essenziale della scherma è il fioretto, consistente in una lunga e flessibile spada d’acciajo senza taglio nè punta, la cui lama quadrangolare, larga alla base, va affilandosi gradatamente verso l’estremità che termina con un bottone rivestito di gomma. Un’impugnatura quadrata, leggermente curva, onde meglio adattarvi la mano, permette di tenere saldo questo fioretto, la cui leggerezza ed il cui peso devono essere proporzionati alla statura degli allievi. Allo scopo d’evitare qualsiasi accidente, la mano destra, esposta ai colpi di punta, è protetta da un guanto di pelle molto robusta imbottito di crine, ed il viso è riparato da una maschera di fìl di ferro a maglie strettissime. Solitamente il maestro di scherma indossa inoltre una specie di corazza trapuntata, contro la quale il tiratore novizio deve dirigere i suoi colpi. Esercizi della scherma. — Nella maggior parte delle sale di scherma è ancora in uso il saluto fra i due avversari innanzi che cominci l’attacco. Si pongono per prima cosa l’ uno rimpetto all’ altro collo sguardo sicuro, il corpo ritto, i talloni ravvicinati e il braccio

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