RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

52 I BISOGNI DELLA VITA l’uomo, che, anche ai nostri tempi, sono il principio stesso e la regola del matrimonio presso tutti i popoli dell’Oriente. Dap­ pertutto e sempre, l’uomo allo stato primitivo essendo stato poli­ gamo, un’influenza incontrastabile che rimonta ai nostri più lontani avi, impedisce, nella unione monogamica, la costanza del­ l’amore. Infedeltà conjugale. — Gelosia. — Senza toccar qui il gran problema sociale che sollevano le suaccennate considerazioni, dobbiamo dedurne che l’uomo e la donna sono in certo qual modo autorizzati a soddisfare, ciascuno dal suo lato, tutte le loro fantasie, tutti i loro capricci amorosi? No, certamente, poiché non lo possono fare, almeno nella nostra società, se non a scapito dell’onore, degli interessi propri o delle famiglie, se non met­ tendosi in urto con le leggi sociali e le teorie accettate dalla pluralità; ma è forse bene che, nell’atto d’ impalmarsi, gli sposi abbiano una giusta idea dei loro diritti naturali e del valore del giuramento che non mancano in quel momento di scambiarsi a vicenda. Se sono ben persuasi fin d’allora, per quanto si amino svi­ sceratamente, che la natura non prende impegno alcuno nè per l’uno, nè per l’altra, e che entrambi non possono lottare sempre trionfalmente contro di essa, nella stessa guisa che la piuma non può rivoltarsi contro il vento che la solleva e la trascina, allora saranno più disposti a perdonarsi reciprocamente qualche leg­ giera debolezza; eviteranno, in ispecial modo, di diventar preda di quella ridicola e brutale gelosia che mette sossopra le famiglie ed è causa ognora di tante scenacce ora ridicole ora delittuose! Non è egli proprio un po’ troppo pretendere, che un uomo, poiché dà la mano ed il nome ad una donna, possa, da quel mo­ mento in poi, aver la convinzione che quella creatura è diventata suo avere, sua proprietà, roba sua; che gli appartiene corpo ed anima, che ne è il solo ed unico padrone, fisicamente e moral­

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