RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

L’ARTE DI ESSER FELICI 575 di Longchamps l’eletta di Parigi elegante trotta, corre e galoppa colla massima correttezza. A quest’ora ed in tali paraggi le rozze ed i cavalli mal in gambe si eclissano su tutta la linea. Non ri­ mangono che le bestie scelte e di razza fina, come le persone! In villeggiatura, ai bagni di mare e nelle stazioni te rm a li, generalmente si cavalca molto e si fanno piacevoli escursioni. La maggior parte delle città termali, sotto tale rapporto sono ai nostri giorni perfettamente organizzate. In Alvernia e nei Pirenei si trovano eccellenti cavalli; in Isvizzera e nelle Alpi i viaggiatori e i turisti cavalcano più volontieri a dorso di mulo. Effetti fisiologici dell’equitazione. — Le più piccole modifica­ zioni nella funzione dei nostri organi influiscono sullo stato del nostro animo a tal segno che quando noi andiamo a cavallo non vediamo p iù , non sentiamo e non pensiamo più come quando facevamo la nostra strada camminando a piedi. Gli oggetti visti più rapidamente e da maggior altezza non colpiscono più i sensi dell’individuo che si trova a cavallo nella stessa guisa di prima, e la sua attenzione, distratta dall’animale che deve guidare e sorvegliare, non gli permette più le stesse riflessioni. Aggiungiamo a questo l’ondulazione, le scosse e gli urti incessanti che il cavallo meglio diretto comunica sempre alla persona che lo monta, e capiremo senza fatica come devono essere diverse le impressioni intellettuali del pedone e del ca­ valiere. Del resto, tutte le regole dell’equitazione classica non hanno forse per iscopo di neutralizzare più che è possibile i movimenti trasmessi dal cavallo nei suoi diversi passi? Il bravo cavallerizzo vien giudicato quando l’ animale è al trotto. Quando la bestia va al passo, anche il cavaliere più no­ vizio può mostrare discreta correttezza e persino una certa grazia. Un galoppo serrato non può essere prudentemente e corretta­ mente eseguito se non da un jockey di professione; ma anche il

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