RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

L ’ARTE DI ESSER FELICI 605 Un cacciatore serio non spreca la polvere nei passeri e non fa fuoco sulle rondini. Pure il dilettante novizio nella caccia delle farfalle bianche, può fare con ciò utilmente il suo tirocinio, eser­ citarsi al maneggio della rete e alla cattura degli insetti, infine imparare a conoscere le più curiose abitudini di quei fiori ani­ mati che nascono e muojono come tutti i fiori! Per quanto comuni, le pieridi non sono le sole farfalle della rapa e del cavolo, perchè tutta l’estate altre ne svolazzano dal- 1’ orto al giardino, talvolta in isciami e spesso in coppie. Il collezionista esperimentato sa scoprire benissimo, tra queste specie comuni, la notevole pieride garzata dalle ali trasparenti, la daplidice maculata di nero, e sopratutto la delicata aurora le cui ali superiori nel maschio sono metà bianche metà gialle aranciate. Nell’incertezza non astenetevi dunque, o cacciatori novelli, di impadronirvi di una pieride dubbia. Se non è che una semplice farfalla di cavolo, tanto peggio. Non arrabbiatevi per questo e ridonate alla libertà dell’aria la prigioniera le cui ali farinose vi lasceranno ‘fra le dita la loro polvere impalpabile. Ed ora eccoci in pieno sole, nel sentiero delle praterie dove sulle rive dei fossati, sotto le siepi di biancospino ed i rovi fio­ riti, crescono i grossi cardi dai capitoli porporini; i cirsi dal­ l’alto fusto, difesi da un pelo spinoso, ed i cardi che erigono in ciuffi le loro teste di carciofo irte di bractee spinose. Si potrebbe credere, vedendo queste piante irsute, che esse siano trascurate dagli insetti e dagli uccelli, ma non è così. I cardellini domandano appunto a questi vegetali la fina peluria che tappezza i loro nidi, e nèlle ore più calde del giorno api e calabroni ronzano confusamente sui loro stami. Anche le più belle nostre farfalle, nelle loro passeggiate aeree amano posarvisi, non fosse che per ispiegare un istante il fastoso ventaglio delle loro ali.

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