RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
L’ARTE DI ESSER FELICI 607 la bella cugina del macaone, la superba fiammante, le cui ali gialle sono rigate di nero e di fuoco come il mantello della tigre? Attenti, non sarebbe forse quella che, splendida nella sua ve ste, svolazza e si aggira laggiù sulle ginestre, in un raggio lu minoso ? Inoltratevi prudentemente colla rete in alto. Un colpo svelto, ed eccola presa. Acchiappata la fiammante con una mano le im pedite di uscire e l’avviluppate nella garza. Sotto il bosco scopriremo un altro mondo; da prima le due silvane, la lutto e la mezzo lutto, di cui i nomignoli spiegano il vestito scuro e modesto; poi qua e là i tipi curiosi delle screziate, la tabacco di Spagna, l’ aglae, Veufrosina, la piccola violetta e la piccola screziata. Tutte agilissime, diffidenti ed egualmente notevoli colle loro ali fulve macchiate di nero superiormente e coperte inferior mente di brillanti pezze screziate a riflessi metallici. Se noi volessimo dar la caccia a tutte le farfalle selvatiche dei boschi a traverso i folti e le radure, la nostra escursione sarebbe troppo lunga e penosa. Incamminiamoci dunque verso casa e seguiamo, lungo il sen tiero coperto, un altro insetto alato che si aggira intorno a noi e ci aecomflagna. È il satiro Tirsi, Targo dei boschi, il quale nel suo volo irregolare ci mostra i grossi punti gialli e bianchi delle ali brune. Come la maggior parte delle farfalle scure della sua famiglia, questo gentile compagno ci annuncia che il giorno cade e che ci avviciniamo a un luogo abitato. Dal lembo del bosco dove il Tirsi ci abbandona, noi scopriamo infatti laggiù, fra gli alberi, la casa da cui siamo partiti, ed ecco che traversando la collina per ritornarvi, i satiri al nostro acco starsi volano via dai prati e dalle lande. Questa è la mirtillo dalle ali fulve occhiate di nero, quella
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