RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

6 4 0 I B I S O G N I D E L L A V I T A Una cura termale di tre settimane, quando è fatta regolar­ mente, assomiglia pochissimo ad una partita di piacere. Se la stazione termale gode di una discreta riputazione, gli ammalati affluiscono, e spesse volte è allo spuntar dell’alba, verso le quattro del mattino, che sono costretti a saltare dal letto per andare a tuffarsi in una vasca sempre assediata in tutte le ore del giorno. Una volta preso il bagno, veramente si potrebbe avvolgersi in una calda coperta e farsi ricondurre all’albergo per riprendere il sonno interrotto. Ma questa immersione mattutina non è che una prima prova: non bisogna dimenticare, alle otto, di recarsi alla fonte e trangugiare un primo bicchiere d’acqua tiepida e nauseabonda al quale farà d’uopo aggiungerne alcuni altri che funzioneranno come aperitivo, in attesa della colazione. Quando poi la digestione è fatta, per occupare bene la giornata bisognerà , sottoporsi alle applicazioni dell’acqua La doccia in pioggia. termale sotto tutte le forme : in vapore, in nebbia, in pioggia, in cascata, in getto, a secchie, e secondo le prescrizioni del medico bisognerà metodicamente aspirarla, assorbirla, inalarla, farne gargarismi, injezioni, polverizzazioni, riceverla a torrenti sul corpo dalla testa ai piedi, introdurla, in­ somma, farla penetrare nell’organismo da tutti i pori! Oh no! non è sempre piacevole attenersi a queste pratiche, e allorché non si sente un notevole miglioramento, non è raro che producano un’enorme fatica e qualche volta persino più giravi inconvenienti. Distrazioni e passeggiate. — Fortunatamente, non tutte le per-

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