RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

L’ARTE DI ESSER FELICI 651 Dopo tutto, è un piacere di più, e i veri amatori preferi­ scono le eventualità di una caccia in piena campagna, alle facili carneficine che si possono compiere nei territorii riservati. Il cacciatore appassionato non schiva le fatiche e, punto dal- l’amor proprio, si lascia trascinare fino a che le forze glielo per­ mettono, sulle traccie della selvaggina che ha scovato. Per resistere allo strapazzo bisogna che il cacciatore osservi una igiene speciale, che sarà la salvaguardia del suo coraggio e della sua salute. Vestito di un abito leggiero, largo e comodo, ma di un tessuto che mantiene il calore per impedire il subito raffredda­ mento del corpo in sudore, egli dovrà calzare forti stivali a doppia suola, abbastanza morbidi però per non offendere in alcun modo il piede gonfiato da una marcia prolungata. Per cacciare in pianura nelle belle giornate, il cappello di paglia a larghe tese sarebbe certamente la conciatura più igie- * nica. Ha per altro l’inconveniente di dar troppo presa al vento, ragione per la quale molti cacciatori preferiscono il caschetto a visiera od il feltro leggiero. La bevanda per eccellenza per combattere la sete ed econo­ mizzare le forze, è l’infusione di caffè mista ad acqua. È altresì raccomandabile come particolare tonico e dissetante un miscuglio di punch e siroppo di ribes, di cui si versano due o tre cucchiai in una tazza d’acqua fresca quando si ha il piacere di far sosta presso una sorgente o sulle rive di un ruscello. Finalmente il cacciatore non deve trascurare di munirsi di una farmacia tascabile o almeno d’una bottiglia di alcali volatile. Il morso di una vipera può cagionare la morte di un uomo o quella di un cane, quando il veleno versato nella piaga non vien subito distrutto da un caustico, e in tal caso toccando la piaga con ammoniaca pura, di cui quindi si bevono otto o dieci gocce in un bicchier d’acqua, si può prevenire ogni conseguenza funesta.

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