RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

L’ARTE DI ESSER FELICI 653 Sotto quest’ aspetto l’antico fucile a bacchetta, di cui si ser­ vono ancora i vecchi cacciatori, presentava alcuni vantaggi, e bi­ sogna convenirne. Con un po’ d’abitudine, e secondo che lo si caricava in una maniera o nell’altra, era facile ottenere con una certa precisione risultati diversi. Ma l’inconveniente di portare con sè l’ingombro delle munizioni e la noja di ricaricare l’arme dopo ogni colpo tirato, dovevano necessariamente far desiderare la semplificazione ed il perfezionamento del fucile da caccia. Nelle armi di nuovo sistema le cartucce preparate in antici­ pazione sono rapidamente introdotte dalla culatta nelle canne del fucile; ma mentre nelle prime armi che subirono questa mo­ dificazione le canne restavano al posto e la sola culatta era mo­ bile, nei fucili oggi definitivamente adottati sono le canne che si spostano e oscillano davanti alla culatta solidamente connessa al fusto. Così furono successivamente inventati i fucili Robert, Pauly, Pottet, Perrin-Lepage, la cui culatta girava e si apriva ingegno­ samente in diversi modi; quindi le armi a bilico ancora più # pratiche di Beringer, Edouard, Lefaucheux, differenti sopratutto per il meccanismo della leva che permette di rovesciare la canna e riadattarla sulla culatta. Il fucile Lefaucheux fu subito il preferito dalla gran mag­ gioranza dei cacciatori, e finalmente, dopo una serie d’incessanti perfezionamenti, divenne un’arme veramente superiore. Nelle mani degli armajuoli inglesi e americani la leva del sistema a bilico, un po’ pesante da principio e posta sotto le canne, si è subito trasformata in un doppio o triplo catenaccio, il top lever, la cui chiave, poco voluminosa, funziona sul collo del calcio, posteriormente ai due cani, e le canne, specialmente forate a tale intento, vennero disposte in modo da portare il piombo in modo affatto diverso. Infatti, mentre la canna dritta è semplicemente fabbricata

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