RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

L’ARTE DI ESSER FELICI 655 volta di dimenticare gli stoppacci, le cariche di piombo, la fia­ schetta della polvere o le capsule, oggi mettendosi in campagna basta che egli porti con sè alcune cartucce per esser prepa­ rato ad ogni evento. Le cartucce saranno collocate nelle taschette di una cintura 0 di una borsa speciale, e bisogna che queste cartucce non siano uniformemente caricate di pallini d’ugual numero. Il caso può molto in una caccia. Spesso cercando la lepre si trovano i perniciotti, ed il fucile a bilico ha l’incontestabile van­ taggio di permettere al cacciatore di caricare immediatamente le sue cartucce secondo la selvaggina che incontra. In generale si tira alla lepre e all’anitra selvatica con piombo n. 4, al fagiano ed alle vecchie pernici col 5 ed il 6, ai tordi ed ai beccaccini col 6 ed il 10, alle lodole e agli uccellini coll’l l ed il 12. m Il grosso piombo dei numeri 3 e 2 è riservato alla grande selvaggina a pelo o a penna, e quindi, a più forte ragione, anche 1 pallini da capretto graduati dal n. 1 al triplo zero. Cacciando bisogna finalmente ricordarsi che la portata del piombo aumenta notevolmente colle dimensioni dei pallini, e che perciò col piombo n. 4 è possibile colpire a cento metri un capo che sarebbe sfuggito a ottanta metri con piombo n. 8. IL CANE DA CACCIA. Il cane da ferma. — Un buon cane non è solo l’ausiliario indispensabile del cacciatore, ma anche il suo fedele compagno, perciò, se il padrone vuole ottenere dall’intelligente animale tutto quello che gli può dare, deve trattarlo da camerata più che da schiavo. Sono numerose le razze canine che con un sufficiente eser-

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