RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
656 I BISOGNI DELLA VITA cizio acquistano l’abitudine di cacciare. Ma le sole varietà che forniscono soggetti veramente stimati sono i bracchi e i pointer a pelo raso e più o meno macchiati di nero o di fulvo; gli spa- gnuoli dal lungo pelo setoso, i grifoni e barboni irti o ricciuti come cani selvaggi. Questi ultimi, intelligenti ed arditi, sono più specialmente riservati alla caccia nelle paludi; gli spagnuoli, da cui si distinguono i setters inglesi, fiutano e frugano atten tamente senza scostarsi dal cacciatore; i bracchi dal naso fino cacciano arditamente e tengono bene la presa; i pointer, benché un po’ difficili a seguirsi, sono meritamente apprezzati per la loro vivace andatura, la loro cerca brillante, e il loro ammira bile contegno alla presa in cui restano immobili e come pietri ficati, aspettando che il cacciatore venga a raggiungerli. Benché, secondo l’opinione comune, il cane cacci seguendo il proprio istinto, esso non può rendere al cacciatora un reale ser vizio che dopo aver ricevuto una certa educazione. Quando è giovine è sempre un po’ indocile, e perciò deve essere per tempo avvezzato ad obbedire, a rimanere vicino al padrone e a non scostarsi che ad una parola o ad un cenno, e a tornare alla prima chiamata. Il cane, oltre al suo nome, deve perfettamente comprendere anche altre parole, come: via! piano! indietro! qui! Bisogna inoltre che sia abituato a cercare e raccogliere quello che gli vien gettato, sopratutto a riportarlo illeso. Senza questi esercizii preventivi è inutile condurre il cane sul terreno. Soltanto allora, dal modo con cui cerca, si riconosce se ha buon fiuto, ardore e reale disposizione. Se esso non ferma istintivamente e corre dietro alla selvag gina, glielo si impedisce, sia richiamandolo, sia impiegando, quando non obbedisce, il collare di forza col quale, appena il . cane si lascia trasportare, si tira moderatamente per mezzo d’una cordicella.
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