RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

L’ARTE DI ESSER FELICI 683 IL PESCE. / Pesciolini. — Ghiozzi, cavedini. — Il pescatore comincia gene­ ralmente il suo tirocinio colla facile cattura dei pesciolini, e, mo­ desto nel suo esordire, non spinge le sue pretensioni al di là del ghiozzo e dell’argentino, e quando può portare a casa di che farne una frittura, è al colmo dei suoi voti. Malgrado le quantità considerevoli che vengono catturate an­ nualmente nei ruscelli e nei fiumi, i ghiozzi, grazie alla loro estrema fecondità, popolano sempre in gran numero la maggior parte dei nostri corsi d’acqua. Nelle calde giornate d’agosto i ghiozzi si vedono nuotare in bande confusamente, di solito insieme ad albule di specie più piccola, ma non meno voraci dei loro compagni. Così pure nel letto sassoso delle riviere sta il piccolo ghiozzo nero dalla testa enorme, che lo fa rassomigliare ad un girino, e le cavedini dalla carne tanto delicata di cui esistono nelle acque vive almeno due specie egualmente stimate : la cavedine d’acqua torbida e la cavedine di fiume, questa più o meno varie­ gata, quella macchiata di bruno, ambedue diverse dalla curiosa cavedine di stagno, che vive da anfibio nelle acque fangose. Il miglior mezzo di pescare le cavedini è quello di prenderle colle reti a manico, o, meglio ancora, colle mani, cercandole sotto i sassi. I ghiozzi ed i ghiozzetti si prendono in gran numero colla caraffa, colla nassa, colla ritrecine; ma è più dilettevole forse pescarli colla lenza galleggiante, poiché questi pesciolini mordono subito a tutte le esche, come le larve d’insetti, il vermicello rosso, il lombrico, la larva di friganea spogliata del suo involucro. Pesci bianchi. — Argentini e cefali. — Reine. — Le grandi correnti ed i fiumi convengono sopratutto alla gran famiglia dei

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