RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

684 I BISOGNI DELLA VITA pesci bianchi, di cui l’argentino ed il ghiozzo bianco sono i più umili rappresentanti. L’argentino, riconoscibile alle fine scaglie argentee a cui deve il nome, è comune da per tutto. Lo si prende colla lenza, come il ghiozzo bianco, fin sotto ai ponti di Parigi, e non solo colle larve d’insetti o col verme di fango, ma per tutta estate lo si prende colla mosca comune, e basta porne una viva sulla [punta di un amo e farlo scorrere alla superficie dell’acqua, per veder subito gli argentini saltare addosso a quest’ esca di cui sono ghiot­ tissimi. Con uguale facilità nelle correnti e nei gorghi si prende la lasca o dardo, la quale si slancia infatti colla velocità della freccia, e più comunemente ancora il cefalo, che morde avidamente a tutte le esche : insetti, vermi, larve, sangue raggrumato, fave di pa­ lude, acini d’uva, ciliegie o formaggio. Benché poco delicato e pieno di spine, il cefalo, il quale tal­ volta raggiunge un peso di tre o quattro chili, non è per ciò una cattiva pescagione, o almeno è una consolazione per i pesca­ tori poco fortunati. Allo stesso gruppo di pesci appartiene la triglia, abbastanza comune nella Senna, e la grossa reina, un po’ più difficile ad esser presa colla lenza, a motivo dell’eccessivo timore che essa ha di ogni movimento e di ogni rumore. Pure è ben raro che la reina, malgrado la sua diffidenza, resista alla forte seduzione di un’ esca di larve d’insetti. Pesce persico. — Luccio. — Il pesce persico è abbondante nei nostri fiumi e nei nostri stagni, ed è uno di quei rari pesci a natatoje spinose che preferiscono al soggiorno del mare quello delle acque dolci. Esso è così ben armato per l’attacco e per la difesa, che il luccio stesso lo rispetta, tanto esso teme la ferita delle punte di cui è tutto irto.

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