RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

I BISOGNI DELLA VI l’A, agitazione eli scosse involontarie che costringono il soggetto a saltare, a correre, a dimenare le braccia, a gettare, suo mal­ grado, dei gridi che esprimono molto bene la sovreccitazione momentanea delle sue facoltà cerebrali. Basta vedere, ‘ftèll’ora della ricreazione, le fanciullette di un collegio dimenarsi e saltellare in un giardino con gridi di gioja, per comprendere quest’influenza dell’impressione morale sulla locomozione e per capire che la danza, l’ infima e la più sem­ plice delle arti, trae molto evidentemente la sua origine da questi movimenti riflessi. , Nella stessa maniera che una emozione provoca un certo gesto od un certo grido, questi movimenti e questi scoppii vo-, cali determinano, alla lor volta, nello spirito di colui che sente l’uno e vede l’altro, un’emozione molto consimile a quella che li ha da prima prodotti; e questa riproduzione voluta del gesto e del grido della passione non è altro che il principio stesso: dell’a r te teatrale, del canto e della musica. Nell’uomo civile e istrutto, l’impressione morale si trasforma poi in un bisogno intenso di dare corpo a ciò che ha visto, di esprimere, di esternare ciò che ha sentito. Allora, secondo le sue attitudini e le sue facoltà, egli si sforza di tradurre più esattamente che gli vien fatto, col disegno, col colore, col rilievo e colla lingua scritta le sue idee e i suoi sen­ timenti. In questo modo, non v’ha dubbio, sono nate le arti su­ periori: la 'pittura e la scultura prima, la letteratura in seguito. Ai nostri giorni, l’educazione completa che ricevono i fanciulli nelle famiglie e nelle scuole, contribuisce moltissimo a svilup­ pare nella mente prima il sentimento, e più tardi, quando il gusto si è formato, il bisogno delle soddisfazioni intellettuali. Seguendo le attitudini innate, o le disposizioni ricevute per eredità, uno si appassiona più o meno per un’arte o per l’altra. La gran maggioranza preferisce e capisce sopratutto la mu­