RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

694 l BISOGNI DELLA VITA mentare, o se si è vissuti lungo tempo nella più oscura igno­ ranza, o, quel eh’ è peggio, nell’illusione, nella menzogna e nel­ l’errore, basta amare la lettura per far luce nello spirito e arric­ chirlo, per rompere le tenebre e uscirne passo passo, per elevarsi da sè stessi dall’ estrema miseria intellettuale al possedimento delle più brillanti cognizioni. Leggendo si entra per un momento nel pensiero dello scrit­ tore, del quale si ha sott’occhio il lavoro, per un certo tempo si possiede il suo cuore, la sua anima, il suo genio. Si ha la vita come la si desidera in ispirito, la vita imagi- nata da Corneille, Molière, Shakespeare, Rousseau, Yoltaire, Dante, Goethe, Lamartine, Hugo. Infatti il libro non ci trasmette e non fa solo passare nella nostra imaginazione l’opera più o meno apprezzata degli autori viventi, ma fìssa altresì e rende a nostra volontà lo spirito di quelli che non sono più, ci traduce e ci apporta il pensiero di quelli che, lungi da noi, parlano un’altra lingua. Il libro, insomma, è a nostra disposizione come l’amico più affezionato. Secondo il tempo che si può disporre, lo si apre, lo si chiude, lo si lascia, lo si riprende: esso è sempre pronto a divertirci, a distrarci, a istruirci. Nelle case, dove oggi noi accumuliamo futilità d’ogni specie, il libro non è dunque soltanto un oggetto o un mobile di prima necessità, ma è anche un vero ospite che bisogna alloggiare e trattare col massimo riguardo, perchè, fra tutti gli amici che si possono ricevere, è il meno imbarazzante, il più adattabile, il più utile e il più cortese. Quando si ama la lettura, in poco tempo si scopre fra gli scrittori quello che meglio si comprende, quello le cui idee e i cui sentimenti meglio s’accordano con ciò che si pensa e si prova intimamente. E davvero ve ne sono di quelli le cui opere sono come un’eco

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