RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

L’ARTE DI ESSER FELICI 701 portare il mantello e la spada; ma se arrossiamo un po’ della passione che ci inspiravano quei fantastici racconti, almeno nes-: suna impressione sgradevole ci rimane di quello spaventoso con­ sumo di giovinette infelici, di scellerati onnipotenti e di cavalieri trionfanti. Oggi col romanzo grossolanamente naturalista, che tànti scri- bacchiatori senza stile allestiscono per seguire la moda, le cose sono molto cambiate. È così facile raccontare e sviluppare in cattiva lingua le scon­ fortanti avventure di cui i fatti diversi dei giornali forniscono quotidianamente l’ampio canavaccio! Ma che cosa rimane quando si è letta l'ultima pagina di queste fastidiose produzioni, dato che si possa giungere sino all’ ultima pagina ? Niente altro che una sgradevole impressione di tristezza, se pure non è un vero disgusto. Eppure la scuola naturalista che procede da Balzac è real­ mente la sola che sia entrata nel gran movimento scientifico e filosofico del secolo. Essa cerca innanzi tutto la verità, l’esattezza e la realtà. La sua ambizione, lodevole e veramente degna di essere appoggiata, è di allettare, di piacere colla sola narrazione di fatti e di azioni verosimili, colla pittura di caratteri veramente umani, e sopra­ tutto coll’analisi dei sentimenti, delle passioni, degli istinti real­ mente nascosti sotto le maschere grottesche o sinistre, accigliate o sorridenti, di cui si compone il miscuglio sociale. Ecco un bellissimo programma fatto per instradare tutti i giovani scrittori. Sì: le generazioni attuali sono assetate di verità. Stanche di tutte le convenzioni, liberate per mezzo della scienza da tutti i pregiudizi, esse vogliono vivere quanto è possibile secondo le leggi della natura. Da tutti i nostri scritti, da tutti i nostri libri espelliamo dunque la menzogna, anche se è piacevole. Ma la natura è immensa e

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