RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

L’ARTB DI ESSER FELICI 703 Il maggior numero degli spettatori, bisogna pure convenirne, non domanda al teatro la soddisfazione di un bisogno puramente morale. La quasi totalità del pubblico è una pasta di buoni borghesi, brava gente mediocremente accessibile alle passioni intellettuali, senza esigenza a tal riguardo e molto meno suscettiva di essere colpita dal merito proprio di un’opera che dalla bellezza delle decorazioni o dal talento degli artisti incaricati d’interpretarla. Difficilmente questo pubblico accetta di vedere al fuoco della ribalta una produzione troppo letteraria o che lo costringa a pensar troppo. I lavori in versi, per quanto buoni, generalmente gli dispia- ciono, e nemmeno una bella prosa accademica lo soddisfa troppo. Quello che esso ama sopratutto sono le produzioni spettaco­ lose, i melodrammi dalle forti emozioni, le commedie a sorpresa, le operette impossibili, le esclamazioni, le provocazioni, le bra­ vate e le rivolte, i colpi di spada e di pistola. Tutto quello che si indirizza alla sua coscienza, al suo spi­ rito, alla sua ragione, lo annoja, lo stupisce o lo imbarazza. Per conquistarlo e soddisfarlo pienamente bisogna scuotergli i nervi in qualche modo, intenerirlo e commuoverlo sino alle lagrime, rallegrare il suo umore sino all’esplosione della più ru­ morosa ilarità. Infatti ordinariamente non si va a teatro per meditare, ma per distrarsi, per passarvi, come dicono tutti, una bella serata. Gli spettacoli più apprezzati sono quelli che procurano meglio e più rapidamente questi piaceri facilmente compresi, ed ogni anno sulla scena francese, nei diversi generi drammatici, si rap­ presentano molte di queste produzioni che soddisfano compieta- mente le esigenze e si adattano all’intelligenza del pubblico. Secondo i loro gusti personali e le loro disposizioni d’animo gli amatori, sufficientemente istruiti dai giornali e dai programmi,

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