RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

t. L’ARTE DI ESSER FELICI 707 crare al teatro, compresa la vettura e le mancie, una quindicina di lire tre o quattro volte al mese? Certamente se ne troverebbero abbastanza per assicurare un durevole successo alle opere di qualche valore, e questo pubblico serio ci ricondurrebbe presto senza dubbio le belle e buone pro­ duzioni invece delle meschine rapsodie che i teatri parigini alle­ stiscono in troppo gran numero. E infatti non è stravagante che si paghi sei od otto lire un posto, per il dubbioso e problematico piacere d’assistere quattro ore di fila a qualche grottesca buffonata o a qualche favola macchinosa? Con questi prezzi, quando si vuol condurre la famiglia a teatro, bisogna calcolare di spendere quaranta o cinquanta lire almeno e per un divertimento privarsi di molti altri. Il borghese è goloso, la borghese ama di comparire. Ecco come alla facondia comica di un brillante, alle evoluzioni per quanto graziose di un corpo di ballo, si preferisce qualche ciarpa in voga, o più prosaicamente un dindio saporito con ripieno di tartufi! In queste condizioni, per concludere, il teatro non è realmente accessibile alla più interessante, alla miglior parte della popola­ zione parigina. , ... ,,i - Esiste un numero considerevole di giornali e di opere popo­ lari che devono il loro grandissimo successo alla modicità del loro prezzo. Soltanto gli spettacoli, finora, benché siano i più ap­ prezzati fra i piaceri dello spirito e degli occhi, rimangono estre­ mamente costosi ed accessibili a pochi. La persistenza di una tal pratica è abbastanza strana in una città di due milioni di abitanti, di cui tre quarti sono molto im­ barazzati tutti gli inverni per cercar un luogo dove passare la sera, e sarebbero ben contenti di occupare un posto in un buon teatro di commedia o dramma, dove per pochi soldi potessero, di tempo in tempo, secondo la loro fantasia ed il loro carattere, andare a ridere oppure a piangere.

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