RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

714 I BISOGNI DELLA VITA carta o sulla tela ciò che vede, conservare insomma un’inda­ gine durevole degli esseri e delle cose che lo hanno più viva­ mente impressionato. Nessun’altra ricreazione, nessun altro piacere, se pure non si stanca subito anche di questi, potrebbe procurargli così vivaci soddisfazioni. L’arte del disegnatore e del pittore non merita soltanto di essere posta fra le arti di diletto. È altresì un potente mezzo di istruzione generale e di educazione fisiologica. Colle arti rappresentative sono possibili quasi tutti gli inse­ gnamenti. Ma siccome in ogni cosa si deve osservare una giusta misura, bisogna anche guardarsi di non abusare troppo, come si fa da qualche tempo, della matita, del pennello — ed anche, bisogna dirlo, della penna — per credersi completi. I disegni e le incisioni che si profondono oggi nelle opere di ogni genere,oltre all’essere sovente inutili, hanno anche l’in­ conveniente grave di stornare l’attenzione dal testo stampato che dovrebbero soltanto illustrare. Quanto alla produzione dei quadri — al contrario di quella del vino e del grano — essa aumenta disgraziatamente tutti gli anni in una proporzione inquietante. La pittura non è ormai più un’arte, ma una volgare industria. Il soggetto più insignificante, più ridicolo, serve all’ultimo degli scarabocchiatori per comporre un quadro di due metri quadrati, comperato come una rarità a peso d’oro da qualche straniero, il quale per lo più è un vanitoso che non sa il modo di spendere il suo danaro. Fatte queste riserve, è fuor dì dubbio che le incisioni tipo­ grafiche hanno largamente contribuito da mezzo secolo in qua alla volgarizzazione delle scienze e che molte persone apparen­ temente istruitissime devono la maggior parte della loro scienza alle frequenti visite che hanno fatto alle esposizioni ed ai musei.

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