RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
L’ ARTE DI ESSER FELICI 715 Per conoscere un fatto storico o scientifico, per ricordarsi un avvenimento, un personaggio, un luogo notevole, non c’è di meglio che averli veduti: è questa una cosa che tutti sanno. Il poeta Orazio, duemila anni fa, esprimeva quest’opinione in bei versi: « Si ricorda meno ciò che colpisce le orecchie di quello che colpisce gli occhi », ed ai nostri giorni il sistema di educa zione dei fanciulli riposa sopra questa verità, vale a dire che si cerca di mostrare gli oggetti, o almeno i modelli e i disegni degli oggetti, ai giovani scolari. Ma se è dilettevole e facile istruirsi contemplando le tele ed i quadri de’ maestri o voltando le pagine illustrate d’un libro o di un album, è ancora più utile e non dà minor piacere esser capace di eseguire da sè uno schizzo dal vero o di riprodurre un soggetto qualunque colla matita o coi colori. Ad ogni momento della vita si prova il desiderio di fissare un ricordo, di prendere il disegno di una casa, di un mobile, di un dettaglio architettonico, di rilevare le linee principali di un paesaggio o di stendere un piano. Infine non è meno utile saper disegnare che saper scrivere, e non sarà mai desiderato abbastanza che nei programmi di insegnamento officiale sia fatto un posto sufficiente alle arti grafiche. Studio del disegno e della pittura. — Tuttavia chi vuole acqui stare un ingegno personale non deve studiare nelle scuole e nelle accademie, ma sul vero, dove solo si impara seriamente e si giunge a possedere una maniera originale. Le lezioni di un buon maestro possono fare un pittore, un disegnatore abbastanza corretto; ma la sola natura genera l’artista. Cosi non v’ha studio migliore, anche per il principiante, di quello che consiste neìl’osservare e riprodurre sotto tutti i loro aspetti gli oggetti più usuali, come un libro, un vaso, un arnese, una lampada, un tavolo, una sedia.
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