RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
71(5 I BISOGNI DELLA VITA Prima di tutto, quando si vuol dipingere o disegnare, è im portante di saper vedere, cosa non così tacilo come può credersi e che non s’impara che dopo un certo esercizio come qualunque altra cosa del mondo. In un’accademia, per quanto riputata, non è possibile compière l’educazione dell’occhio, tanto meno poi colla servile imitazione dei disegni e dei gessi. E nel mondo esterno, in piena natura, che bisogna guardare e studiare un pezzo, prima di prendere la matita od il pennello, le linee ed il contorno delle cose, i rapporti ch’esse hanno fra di esse, il grado d’intensità, cangiante ad ogni ora del giorno, le ombre e le luci che danno loro rilievo, l’infinita varietà delle gradazioni ed i toni dei loro colori, le transizioni così diffìcili dalle tinte chiare alle tinte scure, finalmente tutte le condizioni che permettono all’ artista di rappresentare, oltre le forme ed i colori, l’ apparenza della realtà delle cose e l’espressione della vita stessa. Questa educazione preventiva dell’occhio, indispensabile al pittore, che senza studio non potrebbe mai eseguire una vera opera d’arte, non è meno necessaria a chiunque pretende cono scere e sopratutto giudicare un quadro. Tale esperienza difetta sventuratamente a molti sedicenti artisti ed alla maggior parte dei pretesi conoscitori. Per convincersene basta andare ogni anno a fare alcune visite alla grande esposizione di belle arti ai Campi Elisi. Vi si vedono sempre moltissime belle figure contemplate con sommo diletto da una folla di amatori ; ma nel gran numero quante sono le opere realmente vitali e quante sono le persone vera mente atte a trovare ,la grande e semplice natura attraverso tutte le combinazioni più o meno fantastiche di verde, blu, rosso, rosa, nero e bianco? Scultura e modellazione. — È cosa ben rara che uno si ponga
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