RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
I /ARTE DI ESSER FELICI 717 a studiar scultura colla semplice intenzione di divertirsi. Infatti non si giunge a tagliare il marmo e la pietra che dopo un lungo e penoso tirocinio, e siccome è indispensabile saper maneg giare perfettamente la matita ed il pennello prima di pensare a impugnare lo scalpello, la maggior parte degli artisti, quando non sono stimolati da una potente volontà, si rassegnano volen tieri a rimaner pittori piuttosto che lavorare ancora per diven tare scultori. D’altra parte, la professione di scultore, meno la gloria e gli onori che può procurare, non è troppo incoraggiante. Le statue, i gruppi decorativi non sono oggetti di commercio corrente. Le opere di questo genere non vengono intraprese che dietro comando di una città o di uno Stato, e l’artista, abbastanza rinomato per essere onorato di tale favore, quando ha ben compu tato le sue spese per lo studio e per i modelli, quando ha sod^ disfatto gli impegni col modellatore e cogli sbozzatori, trova che in fin dei conti il suo lavoro gli ha reso ben poco. Allora quel che gli rimane da fare, ed è appunto quello a cui si determina, è di vivere della sua arte eseguendo busti o statuette per i ricchi particolari; ma in generale gli scultori d’in gegno, come tutti gli altri artisti, non amano consacrare il loro tempo ed i loro sforzi a questi lavori di mestiere. Molti di essi preferiscono utilizzare il loro ingegno a model lare piccoli lavori in argilla, e la maggior parte di questi og getti, di fattura elegante, non mancano di un valore reale e portano la firma o la sigla di un artista celebre. Se è difficile diventare buon scultore* minori fatiche s’incon trano nella semplice pratica del modellare : e infatti si vedono spesso in società abili dilettanti, specialmente giovanette e si gnore, che foggiano volontieri l’argilla coi loro di tini, e per puro divertimento fabbricano busti, statuette, fiori ed ornamenti ce ramici.
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