RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
738 I BISOGNI DELLA VITA lato pratico costituisce sempre una ricreazione delle più diver tenti quando si sa destramente far uso delle proprie mani. Non è veramente ridicolo che un uomo istruito o sedicente tale, non conosca talvolta nemmeno di vista gli strumenti più usuali, che sia perfettamente incapace di servirsi di un martello, di un succhiello, di una sega, di una tanaglia, di una pialla, o resti goffamente imbarazzato davanti alla difficoltà di piantare un chiodo, di praticare un buco, di tagliare un legno, di torcere un filo di ferro, o di piallare una tavola? Eppure sono questi con molti altri dello stesso genere, pic coli lavori che si presentano frequentemente nella pratica quoti diana della vita e che spesso vengono pagati molto caro agli operai specialisti che bisogna incaricare quando non si ha l’abi lità di eseguirli da sè stessi. Una delle occupazioni manuali più proprie a occupare grade volmente i momenti di ozio di un uomo attivo, secondo un gran numero di amatori è il lavoro del legno, l’arte del falegname. Anche i ragazzi si sa che accettano volontieri come un gio cattolo dei più ricreativi una bottega da falegname coi relativi strumenti; a più forte ragione vi si può trovare un diletto quando si ha la certezza, dopo un breve tirocinio, di saper i principii del mestiere e di fare lavori di qualche utilità. Dovunque si disponga di un pian terreno ben secco e chiaro, è facile organizzare con poca spesa un laboratorio provveduto di tutti gli strumenti necessari. Vi si colloca prima di tutto in piena luce un banco solido co’ suoi barletti, i suoi granchii, i suoi mazzuoli ; quindi a por tata della mano contro il muro, ricoperto espressamente di un tavolato, si sospendono a chiodi e a uncini gli istrumenti di di verso impiego. Le scatole da falegname che si comperano nei bazar, per quanto ben provvedute, possiedono raramente un numero di stru
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