RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
L ’ A R T E D I E S S E R F E L I C I 7 3 9 menti bastante e di solide qualità. Sotto il duplice punto di vista dell’uso e dell’economia è dunque preferibile comperare separa tamente questi arnesi da un rivenditore dove si ha il vantaggio di sceglierli adatti alla mano e di quella forza e dimensione che si crede più conveniente. Dopo avere per qualche tempo imparato a lavorare il legno sul banco, viene generalmente il desiderio di lavorarlo col tornio e quest’arte seduce in special modo i benestanti o le persone ritirate dagli affari. Ma il tornire in modo irreprensibile un pezzo di legno non è cosa tanto facile come si potrebbe credere. Oltre la buona co struzione e la perfetta stabilità dell’ istrumento, sono indispensa bili in questo lavoro una perfetta giustezza d’occhio, una gran sicurezza di mano, e queste ultime qualità non si acquistano che dopo un lungo e assiduo esercizio. I legni che meglio si prestano al lavoro del tornio sono il fragiraco, il bosso, il corniolo, il pero, il prugno, il noce e l’ontano. Per la sua densità l’avorio è di un lavoro più facile; final mente, per l’abile tornitore, certi metalli, per esempio l’ottone, non sono meno facili del legno ad essere torniti. L’arte del magnano, a cui ricorreva il re Luigi XVI ne’ suoi momenti di noja, conta ancora ai giorni nostri numerosi ama tori. È un lavoro gradevole, artistico che esige poca fatica ed è , per non considerarlo che dal lato pratico, di una utilità continua. Infatti non passa giorno in cui, in una casa di una certa im portanza, specialmente in campagna, non occorra fare qua e là qualche riparazione in cui non ricorra assolutamente tutta l’abi lità di un magnano. E quali arnesi occorrono per formarsi presto una sufficiente conoscenza del mestiere? Una morsa, un’incudinetta, un assorti mento di lime e di punteruoli, un martello, qualche pinzetta, un
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