RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
746 I B I S O G N I D E L L A V I T A Favorita dal silenzio e dalla calma notturna, essa ha campo alla riflessione, cosicché si dice che la notte porta consiglio. Ma le riflessioni che facciamo nell’ombra sono sempre molto più tristi dei pensieri che ci vengono alla viva luce del giorno. Se il nostro giudizio è cosi incostante e variabile, quando è che possiede tutta la sua forza e la sua lucidità? In qual ora, in qual momento possiam noi apprezzare o valutare più sicura mente le cose? Certamente non alla sera dopo le fatiche e le preoccupazioni della giornata, meno ancora alla notte, nelle tenebre. Io ammetterei volentieri che questo momentp sia al mattino, quando un buon sonno ha riposato lo spirito ed una prima cola zione ha bastantemente calmato le impazienze- gastriche. Non si saprebbe trovare un momento in cui il pensiero sia più pronto, più netto, nè per conseguenza più atto a decidere una questione, a trovare la soluzione di un affare scabroso. Insufficienza dell’educazione morale classica contro le disillu sioni della vita. — È facile capire quale potente azione esercitano sulla nostra sensibilità l’istruzione e l’educazione che abbiamo ricevuta. Un animo preparato per tempo alle aspre realtà della vita non si stupisce dei duri colpi della fortuna e vi si rassegna di buon animo. Al contrario, una intelligenza troppo nutrita di chimere e di finzioni poetiche si sente dolorosamente colpita a ciascuna illu sione perduta e questi crudeli disinganni si rinnovano ogni giorno nel corso dell’esistenza. Senza dubbio è una bella cosa nutrire in sè buoni sentimenti, compiacersi delle idee generose, appassionarsi per il bene, entu siasmarsi per la verità, credere gli uomini in massima giusti, onesti, leali, amanti, devoti, disinteressati e sinceri. È questa la morale che ci viene predicata, le nobili sperahze
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