RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

L ’ A R T E D I E S S E R F E L I C I 757 che si svolgono incessantemente da tutto quello che si dice, si scrive e si stampa quotidianamente in un paese civile. Certamente ai nostri giorni non v’è uomo per quanto dei più intelligenti, la cui ragione non sia oscurata su qualche punto, ed il giudizio falsato da una nozione insufficiente, da un’ opinione erronea, da un’idea inesatta. Nessun lavoro quindi maggiormente utile che quello di rin­ frescare a brevi intervalli le caselle ingombre della memoria, di controllare al lume delle nozioni nuovamente acquisite le prime idee e le vecchie cognizioni, in modo da avere, per cosi dire, sempre chiaro e netto davanti agli occhi il lavoro mentale compiuto. Meditazioni su! passato. — Ufficio del caso nella vita. — È diffi­ cile imaginare, prima di aver fatto una volta questa specie d’in­ ventario cerebrale, quanto sia interessante e salutare tale esplora­ zione a data fissa nel misterioso dominio dei pensieri e dei ricordi. Per quanto la nostra indagine si porti indietro in questo campo della vita, dove non si può ritornare sui propri passi che a forza d’imaginazione, non si vedono sul cammino percorso che progetti abortiti, sogni estinti, piani rovesciati, speranze ingannate, disil­ lusioni, rovine e chimere. Tutti gli esseri che abbiamo amato, tutte le persone che ab­ biamo conosciuto, si levano per un momento davanti alla me­ moria che li evoca per poi svanire subito nelle nebbie in cui sono avviluppati. La casa in cui si è vissuti, il paese dove si è amato, i luoghi dove si è sofferto, il focolare dove si è stati ricevuti, la strada dove si è camminato, la pietra dove si fu seduti, man mano si disegnano e si cancellano sul nero fondo del sogno, riconducendo i pensieri, i desiderii, i timori, le speranze avute ad un’età, ad un’epoca o in un ambiente. — Come! ci sorprendiamo a dire, io pensavo così, agivo in questo modo ? Possibile che in quella circostanza abbia tenuto una

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