RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

7 5 8 I B I S O G N I D E L L A V I T A tal condotta? Che in quell’altra occasione abbia parlato e mi sia comportato in tal modo? E quelle opinioni, quei propositi, questi atti si sono ripercossi da quel giorno sopra tutta la mia esistenza, hanno regolato, per così dire, il corso della mia vita? Che sarebbe dunque stato, che sarebbe avvenuto se in quel momento, sotto l’influenza d’altre idee avessi preso una determi­ nazione affatto diversa? Allora col più profondo stupore constatiamo che le più leg­ giere influenze, i più futili pretesti sono stati i fattori onnipotenti della sorte buona o cattiva che abbiamo subita finora, che spesso è bastata una parola, una notizia, un fatto in apparenza insigni­ ficante, un grano di sabbia od una goccia d’acqua, per cambiare in bene o in male il cammino delle cose, e da questa evocazione, da questa meditazione sopra sè stesso, bisogna pur finalmente concludere che il caso, il solo caso è il padrone assoluto, 1’ ar­ bitro del nostro destino. Sì, per quanto si concepisca un avvenire di felicità, di gloria, di fortuna, per quanto si pensino grandi imprese e si tentino ri­ solutamente, i sogni ed i progetti non si effettueranno che quando sono serviti da un fortunato insieme di circostanze, nello stesso modo che per farli subito crollare basterà un istante, un atomo, un soffio. Errori e rimpianti dell’ambizioso. — Perchè dunque ogni giorno nella vita ci lasciamo abbagliare da ingannevoli miraggi? A che serve senza posa e senza tregua adoperare l’ingegno e le forze nel correre verso uno scopo che si allontanerà quando ci crede­ remo vicini a raggiungerlo, e che anche raggiunto invece di essere un luogo di fermata e di riposo definitivo diverrà un nuovo punto di partenza verso uno scopo più lontano e più difficile ancora? Il faticoso inseguimento si accanisce, il nostro animo e i no­ stri occhi si tengono costantemente fissi sopra un orizzonte fug­ gente, le passioni si concentrano in un desiderio sfrenato di sod­

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