RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

7 6 0 I B I S O G N I D E L L A V I T A Senza averne maggior tristezza che da’suoi atti della gior­ nata, egli evoca in una profonda fantasticheria gli avvenimenti dell’intera sua vita. Si rivede fanciullo allegro, sollazzevole, spensierato correre dai giuochi materni ai. giuochi de’suoi compagni; si trova a venti anni libero, felice, amante, amato, col cuore pieno di no­ bili sentimenti e coll’animo traboccante di idee generose. Più tardi eccolo giovane padre, circondato di adorabili figlioli ora da gran tempo lontani dal focolare paterno, partiti, ohimè, volati via come uccelli. Assorto nel suo sogno, egli ricostituisce nell’ imaginazione tutti quei quadri anneriti dal tempo scorso, ma i cui colori sotto 10 sforzo della memoria a poco a poco si ravvivano, e i cui mi­ nimi particolari presto appajono come se la scena a cui si rife­ riscono abbia avuto luogo un istante prima. Si compiace in questi ricordi il buon filosofo che li sveglia ; 11 persegue con vera soddisfazione e si lascia volontieri cullare da tutto ciò che gli ricordano di gradito e di delizioso. Tuttavia per quanto i bei giorni passati si presentino a lui sotto P aspetto di una felicità scomparsa egli, non è tormentato nè dal bisogno nè dal desiderio di riviverli. Egli non desidera in nessun modo di ricominciare l’esistenza, anche se gli dessero il potere di rifarla secondo la sua fantasia, la facoltà di mettere a profitto l’esperienza della sua vecchiezza, persuaso che non sarebbe migliore di quella trascorsa e non meglio intera. — In una nuova e lunga serie d’anni, egli pensa, che cosa potrei provare che non avessi conosciuto nella serie di anni che compio? Abbandonato a tutte le eventualità, esposto a tutti i pericoli, agitato da mille influenze contrarie, non ho io bastantemente adempiuto alle funzioni ed agli scopi cui nascendo ero destinato dalla natura ? Traverso tante vicissitudini non ho io quasi sempre (

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