RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

76 I BISOGNI DELLA VITA iscopo di sviluppare le forze fisiche del fanciullo e di bilanciare i mali effetti della soverchia applicazione intellettuale. È positivo che i metodici movimenti, ai quali vengono rego­ larmente sottoposti gli allievi, sono combinati per assicurare la sveltezza e l’elasticità del corpo; disgrazia vuole però che non rispondano mai a un lavoro muscolare naturale o professionale, e che sempre molto faticosi, non hanno, insomma, alcuna pratica utilità. In alcuni stabilimenti ciò è stato così indovinato, che già si comincia a sostituire in parte alla ginnastica il tirocinio, non meno vantaggioso sotto l’aspetto fisiologico ed anche molto più utile, di un mestiere manuale. Le arti del falegname, del fornitore, del meccanico, del magnano, si insegnano in un piccolo numero di scuole libere, colla maggiore soddisfazione degli allievi. Sarebbe molto utile che i lavori agricoli, ben più importanti ancora, sotto il riguardo economico e sociale, potessero praticarsi dalla maggior parte dei giovanotti. Sono idee dei nostri nonni, si dirà! Le buone idee appunto, poiché ci si fa ritorno ! Insegnamento letterario e professionale. — L’insegnamento secondario mira ancora troppo, in oggi, a scegliere esclusiva- mente una professione intellettuale o libera; lo spirito dello sco­ laro lo si viene ancor troppo informando a questo scopo. Raffi­ nando il gusto, gli studi letterari non ben ponderati hanno il grave torto di falsare alquanto il giudizio. Sviluppano, è bensì vero, il sentimento del bello, l’ istinto dell’arte e della poesia; ma troppo spesso ispirano anche l’indifferenza e lo sprezzo per ciò che è reale, per ciò che è utile. Per quanto modesta sia la loro posizione, i genitori hanno quasi sempre la generosa, ma irragionevole ambizione di dare ai loro figli un’educazione elevata; arrossirebbero nel vederli, un giorno, vivere di un lavoro manuale; il loro pensiero supremo

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