RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia

L’ARTE DI ESSER FELICI 77 consiste nella speranza che l’ università ne faccia degli uomini atti assolutamente, per le loro cognizioni superiori, ad occupare un posto ufficiale, un impiego brillante; a crearsi una posizione lucrativa quanto onorifica. Ebbene! nelle nuove condizioni d’esistenza in cui le grandi scoperte del secolo presente pongono le nazioni e gli individui, bisogna ormai antivedere il futuro dei nostri figli in ben altro modo; pel loro bene, per la prosperità del paese è indispensabile riformare completamente gli studi universitari. L’insegnamento letterario, insomma, ha come finito il suo tempo; è necessario ridurlo sempre più, per poter invece e d’al­ trettanto sviluppare l’insegnamento professionale e scientifico. Non è ancora trascorso gran tempo dacché, senza aver stu­ diato il greco ed il latino, non si contava per nulla in questo mondo. Con questa scorta soltanto, adesso non si vale gran fatto, e verrà giorno, forse non lontano, in cui non servirà più a niente. Non è pèranco passato un quarto di secolo, dacché ci si pre­ sentavano, e noi stimavamo soltanto per « uomini di genio » dei rettori, degli storiografi, dei poeti, o dei sanguinari conquistatori, le cui imprese abbominevoli servivano di tema ordinario per la gente di talento. È venuto il momento di far capire ai giovani che vi furono nei tempi andati e recenti, altri grandi uomini oltre ad Omero, Demostene, Cicerone, Tacito, Orazio, Virgilio, Dante, Shakespeare, Bossuet, Corneille, Racine, Alessandro, Annibaie, Cesare, Napo­ leone. Per quanto a buon diritto possano essere rinomati, almeno alcuni fra di essi, questi personaggi ci fanno vedere, insomma, non altro che due aspetti dell’ intelligenza e del genio umano. Benché assai più illustri, in fondo meritano, forse, di essere ammirati più di Archimede, Gutenberg, Palissy, Volta, Franklin, Stephenson, Watt ed altri semplici operai o scienziati attivi, la

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