RENGADE, I bisogni della vita, 1887 copia
78 I BISOGNI DELLA VITA cui mano secondò così mirabilmente il pensiero, in tutte le grandi opere a cui diedero vita? Maneggino la penna od il martello, tutti gli uomini che si distinguono per un lavoro eccezionale, hanno diritto agli stessi elogi. Non lo si potrebbe mai ridire abbastanza ai giovani sco lari, acciocché respingano dalla mente quel pregiudizio falsissimo che una professione libera indica maggior intelligenza e merita diversa considerazione che un mestiere manuale; perchè si per suadano bene, specialmente, che non sono più ignoranti coloro che fabbricano, e perchè lo fabbricano, lo zucchero o gli appa recchi per il gaz, di quelli i quali scrivono dei romanzi, letti avi damente, oppure di coloro che fanno delle speculazioni in Borsa riuscite. Nella formidabile concorrenza, che incalza in oggi l’attività di tutti i popoli, l’avvenire, il presente stesso, statene certi, spetta agli scienziati pratici, agli operai istruiti. Occorrono, in buon numero, degli agricoltori pratici per ot tenere dal suolo tutto ciò che può dare; ci vogliono ingegneri e meccanici, per inventare, aggiustare, perfezionare, condurre le macchine possenti in ghisa ed in acciajo, il cui prodigioso lavoro centuplica il lavoro umano. Necessitano, in quantità, chimici, per trasformare la materia vergine in prodotti utili; degli industriali per mettere in opera nei vasti opifìci le feconde invenzioni; dei negozianti per span derle e farle accettare Ano nelle più lontane regioni del globo; dei colonizzatori che arditamente sulle terre inesplorate, vadano ad aprire ed a preparare agli abitanti troppo numerosi della vecchia Europa una nuova patria! Necessari assolutamente nella nostra epoca, questi uomini di scienza ed arte mancano tuttora, mentre abbondano pur troppo, ingombrando le carriere così dette libere, tanti inutili laureati. Avvocati, medici, professori, scrittori pullulano nella nostra
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