RODA - Manuale dell ortolano - 1882 copia
Forse molti desistono dall’intraprenderne la coltiva zione, considerandola di un’estrema difficoltà e di un dispendio non proporzionato al ricavo; certamente che la coltivazione di queste piante richiede qualche atten zione e specialmente dei locali appropriati ; ma possiamo assicurare che per poco che il giardiniere ne studii l’in dole e la natura, ne può ottenere dei frutti squisiti, senza maggiori difficoltà di quante ve ne sarebbero per ottenere dei poponi, delle zucche o dei cedriuoli forzati. L ananasso è una pianta della famiglia delle bromelia- cee, considerala lungamente come solo nativa dell’Ame rica meridionale, ma che più tardi fu constatato esistere nell Africa e nelle Indie. Pare che dessa sia stata intro dotta in Inghilterra fino dal 1690, ove coltivossi per lungo tempo nell’orto botanico di Kew piuttosto come pianta rara e curiosa che sotto l’aspetto di pianta utile. In Francia l’ananasso venne introdotto sotto il regno di Luigi XV e nell’anno 1733 vennero serviti alla tavola di quel re i due primi frutti maturati a Versailles. Si suppone che sia già stato coltivato in Italia al tempo degl imperatori romani, ma non abbiamo memorie che ce lo ricordino. Prima d’intraprendere la coltivazione degli ananassi fa duopo prepararsi la necessaria terra, per il che si pro cura un anno prima una massa proporzionata di terra di brughiera, detta comunemente terra di erica, possibilmente in zolle, alla quale si unisce una quantità, per es. un sesto del suo volume di materie estratte dai pozzi neri, che durante l’estate si rovistano per due o tre volte colla massa della terra acciò tutte le parti di essa ne rimangano egualmente impregnate; ed al momento di adoperare questa terra vi si aggiunge per un quarto del suo volume di letame di stalla ben consumato e triturato, ed un quarto di terra di foglie parimenti ben stagionata, la quale sia — m —
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