RODA - Manuale dell ortolano - 1882 copia

pure in certi casi riesce loro assai giovevole un po’ d’in­ grasso liquido. In agosto e settembre si possono incominciare ad im­ biancare i primi cardi. Per questo si riuniscono legger­ mente le foglie come in un fascio, e vi si danno due o tre legature con paglia od altra materia molle, pei 1 non rompere le foglie come ai sedani (fig. 205); in seguito si avvolgono le piante con un buon strato di paglia od altro, purché rimangano totalmente segregate dalla luce, e si rincalzano un po’ al piede per mantenerle ritte nella loro posizione verticale. Questi imbiancano assai facilmente e riescono teneri in quindici o venti giorni. In tal modo si continuano ad imbiancare i cardi fino al sopraggiungere dei primi freddi, ove le operazioni che per ciò si fanno, devono essere praticate con maggiori precau­ zioni, perchè, penetrandovi il gelo, non mancherebbe di infracidirli. Eppertanto gli ultimi cardi si legano egual­ mente e si attorniano con un po’ di paglia, per impedire che la terra s’ introduca nell’interno delle foglie; ed in seguito si sceglie un momento che la terra dell’aiuola sia possibilmente asciutta, si rincalzano fino alla sommità, la­ sciando solo libero all’estremità un piccol ciufFelto di fo­ glie, perchè, introducendovisi un po’ d’aria, le impedisce di marcire; e per evitare poi che da queste estremità vi s’introduca l’acqua delle pioggie o della neve, vi si collo­ cano al dissopra dei vasi rovesciati. Questo modo serve per imbiancarli sul luogo stesso in cui si trovano, ma in molti casi questa pratica esige troppo spazio, e l’ortolano, dovendo aver libere le sue aiuole, onde prepararle per altre coltivazioni, trova più conveniente riunirli preparando dei solchi o piccole fosse della profondità di 25 a 30 centimetri; estrae in seguito i suoi cardi, già previamente legati per non rompere le foglie, e li trapianta ad uno ad uno col loro pan di terra — 268 —

RkJQdWJsaXNoZXIy ODkxNTE=