RODA - Manuale dell ortolano - 1882 copia

— 269 — nelle fosse preparate, ravvicinandoli gli uni agli altri, vi fa passare attorno un po’ di paglia per difendere la terra che non s’infiltri tra le foglie. Disposte le file, incomin­ ciano in due, uno per lato da un’estremità, scavando terra contemporaneamente di ambo i lati, la collocano contro i cardi, rincalzandoli fino all’estremità, lasciando solo libero un piccol ciuffetto (fig. 506) per dar adito all’aria esterna onde conservarli più lungamente. Questa estremità si difende poi con una fila di tegole sovrapposte o con un piccol tetto di paglia. Se l’ortolano non ha paglia per quest’operazione, vi supplisce con foglie secche che collo­ cherà attorno ad essi di mano in mano che innalza l’ar­ gine di terra; ma in modo però che queste sieno in pochissima quantità, per evitare la fermentazione od infracidimento. I cardi così disposti diventano bianchissimi e teneri, e si conservano tutto l’inverno, potendo 1 ortolano estrarli secondo il bisogno. Nei luoghi ove l’inverno corre rigi­ dissimo, usano applicare uno strato di strame o di foglie contro le pareti degli argini, per evitare che gelino, e po­ terli con maggior comodo estrarre secondo il bisogno. All’ approssimarsi dell’ inverno molti usano estrarre i cardi legati nel modo che abbiamo descritto, e trasportarli in una cantina oscura e collocarli nella sabbia. Se la can­ tina è sana, questi imbiancano lentamente e diventano buoni, se per lo contrario è umida, marciscono con molla facilità. In altri luoghi si usa di fare una fossa della profondità di 40 centimetri con 50 di larghezza e della lunghezza proporzionata alla quantità di piante che si vogliono im­ biancare. Entro questa fossa si adagiano un po obliqua­ mente i cardi estratti, in modo che, mentre le radici si trovano al fondo, le estremità superiori si portino quasi alla superficie; in tal casosi coricano gli uni sopra gli altri

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