RODA - Manuale dell ortolano - 1882 copia
- 273 — ranga o simile, e se la terra resta asciutta, s’inumidiscono coll’innaffiatoio a pomo minutamente bucherato; spuntale le pianticine, si dà loro aria durante il giorno, e più tardi anche nella notte se il tempo lo permette. Appena le foglioline hanno acquistato un certo svi luppo, si diradano le piante, procurando che lo spazio fra ognuna riesca di 3 a 4 centimetri. Tre o quattro set timane dopo si opera un secondo diradamento, male pic cole piante che si estraggono, avendo diggià le radici della grossezza d’un bel dito, possono essere utilizzate nella cucina, essendo tenere e dolcissime. Passate due altre settimane si diradano di nuovo, e da questo mo mento i diradamenti si fanno continuativi secondo il bi sogno. Diciamo diradare piuttostochè raccogliere, perchè trattandosi di coltivazione in piccolo nei cassoni, conviene meglio diradare sovente e sacrificare qualche po’ la loro quantità, che privarsi del piacere di godere subito questa preziosa radice, aspettando ad estrarla nella sua mag giore grossezza. Alla fine di febbraio ed in marzo si fanno le prime seminagioni a pien’aria; a quest’uopo si dispongono le necessarie aiuole, le quali devono essere stale ben disso date e concimate fino dall’anno antecedente, o per lo meno nell’autunno prima, perchè le carote si trovano male nel letame fresco. Disposte le aiuole, vi si sparge sopra la semente in modo possibilmente uniforme, per la qual cosa prima di spanderla vi si frammischia un po’ di sabbia fina ed asciutta; quindi si ricopre leggermente con uno strato di 1 centimetro appena di terra fina o sabbia secondo là natura del terreno, e si assoda colla mazzeranga o col piatto della vanga, quindi si danno delle frequenti innaffiature, per mantenere ognora il ter reno in istato umido. Molti preferiscono, e con ragione, la 1 8 — R o d a , Ortic.
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