RODA - Manuale dell ortolano - 1882 copia
l'ispettiva durata come materia fertilizzante, nonché tutte quelle analisi che stabiliscono dei principii certi per mezzo dei quali il giardiniere può fare un ragionato calcolo sulle sue operazioni; noi frattanto in mancanza di questi dati raccomandiamo caldamente che per le piante d’ortaggio si debbano stabilire delle regolari rotazioni, perchè da questo il giardiniere non potrà che ritrarre notevoli vantaggi. Nell’inculcare la teoria della rotazione per le piante d’ortaggio, abbiamo sentito più volte obbiettarci da certi ortolani pratici, che essi han sempre ottenuto dei buoni raccolti anche coltivando durante parecchi anni lo stesso genere di piante nel medesimo sito e che mediante delle buone concimazioni si può anche schivare la servitù di assoggettarsi ad una rotazione qualunque. Noi non ne ghiamo che una tal cosa possa succedere in certe parti colari località, ove il terreno trovandosi adatto per certi generi possa, mediante copiosi ingrassi, conservare più lungamente le proprietà atte a promuovere lo sviluppo di certi determinati generi di piante, ma ciò che noi pos siamo assicurare in questo caso si è, che se l’ortolano avesse invece alternato le sue coltivazioni, avrebbe avuto un ricavo maggiore, le sue verdure sarebbero riescite di migliore qualità ed avrebbe notevolmente fatto dei ri sparmi sulla quantità dei concimi adoperati. Non vogliamo che da questo nostro ragionare si possa dedurre che nelle coltivazioni delle piante d’ortaggio si debbano lesinare i concimi, no certamente, perchè nessun genere di coltivazione richiede più di questo una gran quantità d’ingrassi; ma appunto perchè si esigono di già delle copiose concimazioni per alimentare tre, quattro, cinque prodotti in un anno sullo stesso luogo, sopra una ristretta superficie, sarà quindi un’ottima pratica quando per mezzo di ben combinate rotazioni si possono ottenere
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