RODA - Manuale dell ortolano - 1882 copia

lasciar libero il terreno, che verrà occupato in maggio con altre lattuche, come le lattuche romane che formano più tardi de’ bei cesti, ovvero con delle indivie, fra le quali si piantano a determinate distanze dei cavoli così detti di Milano e dei cavoli fiori; nel giugno si raccolgono gli ultimi cesti delle lattuche e si principia pure a raccogliere qualche testa di cavolo, il di cui raccolto continua per qualche tempo, per finire in settembre cogli ultimi cavoli- fiori; nel settembre, rimasto libero il terreno, lo si dissoda di nuovo, aggiungendovi un buono strato di concime ben consumato e vi si seminano gli spinaci, la valeriana e il cerfoglio da consumarsi nel prossimo inverno. Questo esempio, sul di cui modello potremmo citarne altri egual­ mente variati, basta a dimostrare qual partito può ritrarre un giardiniere intelligente da un ben inteso avvicenda­ mento nelle sue svariate e molteplici coltivazioni. In difetto di analisi chimiche che valgano a stabilire delle basi certe per gli avvicendamenti relativi alle piante d’ortaggio, noi consigliamo frattanto ai nostri ortolani di adottare una rotazione quadriennale, la quale può facil­ mente applicarsi a qualunque orto, per poco che questi procedano con quell’ordine ed esattezza che ben meritano queste piante, le quali infine costituiscono una parte es­ senziale del nostro giornaliero nutrimento. Nel qui annesso piano (fig. 45) abbiamo appunto figu­ rato una forma irregolare onde dimostrare come, sotto qualunque figura si trovi essere la superficie di un orto, desso si può sempre regolarizzare mediante diverse inter­ secazioni di viali ad angolo retto, come abbiamo accennato al capo V II; noi destinammo egualmente lo spazio A per cortile rustico, cioè per il sito ove si confezionano i ter­ ricci e i concimi, dove si depositano le foglie e le spo­ glie della verdura e dove infine il giardiniere mette al co­ perto tutti gli attrezzi necessari per le coltivazioni. Nello — 86 —

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