ROMAGNOLI - Regalo di nozze - 1933 copia
X I I Bianco. Ques t a « Bottega d'Arte italiana » merita un cenno ed un elogio speciale, c costi- tuisce un'altra benemerenza patriottica di Ernesto Romagnoli, perchè, vendendo esclusivamente prodotti di artisti e di artigiani delle varie regioni d'Italia, reca un valida contributo a quella rinascita dell'artigianato italiano che è in piena e promettente fioritura. Questa azienda, dopo un lungo periodo di prosperità, ebbe anch'essa a subire fatalmente ali effetti della crisi generale, che la condusse al fallimento. Ma, anche in questa dolorosa circostanza, risaltarono i meriti e la dirittura morale di Ernesto Romagnoli. Nella comparsa conclusionale del curatore, rag. Enocr Giazzi, si afferma che il fallito « non appare meno- mato nella sua integrità morale » , ed « mes>sa in rilievo « la sua coraggiosa iniziativa, con- cepita con amore d'italiano e attuata con rara competenza, la Bottega d'Aria Italiana do ve. è dovere ricordarlo, ogn oggetto è creato in Italia, e fabbricato in Italia, da artisti, artieri, artigiani, lavoratori, industriali italiani » . Ed il Tribunale di Genova, apprezzando giusta- mente queste considerazioni, approvava pienamente il concordato proposto dal curatore, con- cedendo tutti i benefici di legge. La sentenza di omologazione, in data /* giugno 1931, così, fra l altro, ai esprime : « deve tenersi presente che il fallimento fu, più che altro, causato da una crisi indipendente dal fatto del fallito, e precisamente dal contrarsi del concorso dei forestieri in Italia, forestieri che costituivano, si può dire, la maggior parte della clientela del Romagnoli, stante il genere della merce da lui venduta, merce formata nella sua totalità da oggetti artistici d'i pura fabbricazione Italiana, s ì d a cos t i tui r e u n genial e e nuo v o tentat iv o d a part e de l Roma g n o l i , ch e avrebb e mer i tat o d i aver e t emp i mi g l i o ri e q u n d i esit o p i ù soddsfacente . Ragioni pertanto di indole morale, rafforzate dai precedenti del fallito, dalla simpatia di fiducia con la quale i creditori lianno seguito il suo tentativo ed il suo dissesto, inducono il Collegio a concedere i chiesti benefici, ecc. ». Quanti sono, al giorno d'oggi, — coi rigori a cui giustamente si ispira la nuova legge, —- i falliti che possono vantare una sentenza di Tribunale che si risolve quasi in un lusinghiero elogo?... Ma basta di questo. La « Bottega d'Arte Italiana », superata vittoriosamente la tempesta, ha ripreso in pieno il suo funzionamento e la su a nuova esistenza, che già si annunzia prospera e feconda, in attesa di quei « tempi migliori da tutti sinceramente auspicati. Molte altre cose vi sarebbero da dire in queste pagine, che non sono una « biografia ro- manzata», ma semplici cenni di una vita che fu veramente.... romanzesca. Figuratevi che, fra l'altro, in una breve parentesi americana, Ernesto Romagnoli fu persino... cacciatore di coccodrillil E in una parentesi italiana fu anche... candidato al Parlamento, — ma gli elettori ebbero il buon senso di bocciarlo; del che egli fu il primo a ridere di cuore.... * * * Torniamo all'arte di Apicio. Oltre ad una voluminosa ed apprezzata An t o l o g ia de l l a C u - c i n a , Ernesto Romagnoli »c autore di numerose pubblicazioni in materia. Ma la pubblica- zione più importante, alla quale si dedicò per parecchi anni, fu quella della rivista quindi- cinale « C u c i na Mo d e r n a >>. Anch'essa ha una storia che merita d'essere accennata. Nel marzo 1906, quattro anni dopo la sua grave malattia, come nuovo orientamento del suo pensiero, valendosi delle osservazioni e del materiale accumulato nell'esercizio della professione, il Romagnoli pensò alla fondazione di una Rivista d'arte gastronomica e di cucina pratica. L'idea era ottima^ il materiale non mancava: ricette, osservazioni, studii sull'argomento, ve n'erano a iosa, tanto da assicurare la pubblicazione per qualche anso. Sì, ma i quattrini? Zero assoluto. Non solo mancavano le ottanta lire da dare al tipografo per il prezzo pattuito per mille copie, ma non c'erano nemmeno le quaranta lire convenute per l'anticipo. Eppure l'idea della pubblicazione era eccellente, il risultato doveva esser sicuro; bisognava osare. E i soldi necessari furono trovati, parte in prestito, parie ricorrendo al « Sacro Monte » ( no n co n d'egli ori, che non esistevano, ma colle ultime lenzuola domestiche....). Così furono racimolate le quaranta lire necessarie come anticipo per il primo numero, che in due giorni fu composto ed il terzo giorno doveva stamparsi. In quei tempi molte macchine tipografiche
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