ROMAGNOLI - Regalo di nozze - 1933 copia
XI Ernesto Romagnoli è nato a Genova. Suo padre, proprietario a Buenos Aires dei due grandi alberghi « Grand' Hotel del Sud » e « Concordia », volle che il piccolo Ernesto intra- prendesse Varie d'Apicio e di Lucullo. Quattordicenne, cominciò il suo apprendisaggio a Parigi, avendo a maestro il celebre Emilio Bernard. Due anni dopo, è a Lione, ov'ebbe per maestro il Dupuy. Dopo aver compiuto il servizio militare in Italia, torna a Buenos Aires ed inizia la sua carriera nel campo gastronomico. Dapprima è « Garde mangerà, poi a Chef Saucier » (un titolo che fa venir l'acquolina in bocca...) al grande Ristorante « Sportmen » ,- o poi Ch e f in altri Stabilimenii di prim ordine, passando quindi all'Ambasciata inglese presso la Repubblica Argentina. La sua abilità gli procurò grande rinomanza, tanto che il Presidente della Repubblica lo volle come a Grand Chef». In questa qualità egli si distinse altamente, ricevendone lodi lusinghiere. Merita d'essere ricordato, in quest'epoca, un suo « tour de force ». Si trattava di orga- nizzare un grandioso banchetto di cinquemila invitati che, in sei treni distinti e per cinque giornate di ferrovia, dovevano recarsi all'estremo limite della Repubblica, nel territorio del Neuquent, per la inaugurazione della linea ferroviaria. Uorganizzazione di questo « banchet- tissimo » riuscì splendidamente. Intervennero tutte le principali autorità argentine ed estere, compreso il presidente della Repubblica, il quale volle esprimere personalmente il suo gra- dimento al Romagnoli. Tornato in patria, questi continuò l'esercizio della sua professione presso alcune fra le più nobili e le più ricche famiglie di Genova. Così egli fu per parecchio tempo cuoco del comm. Ferdinando Maria Perrone — // grande organizzatore dell'« Ansaldo » — che molto stimava e prediligeva il suo « professore ». P oi Ernesto Romagnoli andò « verso il popolo » e fu per molto tempo direttore dei Ri- storanti Cooperativi al Ponte Paìeooapa, fra i rudi lavoratori del carbone nel porlo di Genova, che Edmondo De Amicis descrisse in pagine indimenticabili. Ma, tra un fornello e l'altro, l'instancabile attività di Ernesto Romagnoli si manifestava nelle jorme più svariate. Intanto, frequentava i corsi di ragioneria dell'Istituto Tecnico, e di fisica e chimica dell'Università. Fu socio fondatore e assiduo frequentatore dell'Università Popolare genovese; fondatore presidente per dieci anni della prima sezione dell'U. O . E. I. («Per il Monte e contro l'alcool », vessillo del verbo naturista), che diede grande impulso all'escursionismo fra le classi operaie, precorrendo il magnifico sviluppo d'oggi; fu bene- merito organizzatore dei Lavoratori della mensa in tempi difficili e condusse un'ardua bat- taglia per ^abolizione dei mediatori privati e l'istituzione di pubblici uffici di collocamento, ciò che oggi può dirsi una conquista realizzata nel campo sindacale. Grande attività egli dedicò pure nel campo del Turismo, in cui occupò importanti cariche. L'Ente Nazionale Industrie Turistiche (E. N. I. T.) gli affidò la direzione della Scuola superiore alberghiera di Rapallo. Merita d'essere ricordata, fra l'altro, l'opera sua come diretiore di questa Scuola delia quale egli fece un modello del genere. Alla fine dell'anno scolastico 1926, in un memorabile « pran- zo-esame », gli alunni furono sottoposti non soltanto alle prove teoriche, come avviene in tutte le scuole, ma anche ad una prova pratica che awebhe messo in imbarazzo un esperto alber- gatore. Il banchetto di quaranta coperti, ideato, cucinato e servilo dai soli allievi, raccolse i pieni voti di un'autorevole Commissione esaminatrice, e si risolvette in una specie di apoteosi conviviale di Ernesto Romagnoli. Tra le personalità presenti, ricordiamo il comm. Bogneiti, vice-presidente dell'E. N . I. T . , il dott. Marietti, capo-ufficio stampa dello stesso; il comm. Rehucci, presidente del Consorzio Comuni di Cure, il comm. Miglioranzi per il Governatorato di Roma, Vavv. Cruciani in rappresentanza, delle scuole professionali di Roma, il marchese De la Penne, presidente del « Lloyd Sabaudo » e i / comm. Duodo, della « Navigazione Ge- nerale Italiana ». Per tale sua opera fu dall'Ente Nazionale Industrie Turistiche decorato d'ella medaglia d'oro. Ma l'attività di questo piccolo, dinamico uomo, non si limitò ai campi, pur così vasti, del turismo, dell'industria alberghiera, della gastronomia. Egli fu un po' di tutto: tipografo, fila- telico, giornalista^ esercente una miniera di lignite, negoziante, ecc. Egli è proprietario a Ge- nova della « Bottega d'Arte Italiana » in Via Garibaldi, a pianterreno del magnifico Palazzo-
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